Un'indagine che dura da quindici anni, avviata per fare luce sulla presenza di "gnomi e fate dei boschi" nelle foreste italiane. Con questo nome esiste, negli archivi del Corpo Forestale dello Stato, un fascicolo scovato ieri dall'Adnkronos.
Si tratta di una cartellina verde depositata al ministero delle Politiche Agricole e Forestali nel lontano 2000: fotografie, informazioni e dati su diversi avvistamenti di "strane presenze non identificate" nella zona dell'Appennino tosco-romagnolo, in particolare nei comuni di Bagno di Romagna e San Piero in Bagno.
C'è la fotografia di una figura classificata come "elfo", per via delle orecchie allungate, di un'ombra immortalata da un banchiere di Cesena in viaggio di notte con la moglie. C'è la dichiarazione spontanea di un signore romagnolo recatosi al comando dei Forestali dopo aver visto un "un essere alto circa 25 centimetri che ritengo essere uno gnomo dei boschi", con tanto di "casacca azzurra, pantaloni marroni, stivali di pelo beige, cappello rosso e barba bianca."
E poi luci misteriose, alberi che prendono fuoco, orchi, draghi e fate. In particolare, gli avvistamenti di gnomi si concentrerebbero sull'Appennino, quelli di fate nel Casentino e quelli delle streghe al centro e al Sud.
Gnomi ed altre creature "potrebbero essere la rappresentazione sensibile dello spirito del bosco - spiega Stefano Cazora, capo ufficio stampa del Corpo Forestale dello Stato e autore di un libro, "Luoghi della meraviglia", dedicato agli itinerari del fantastico in Italia - se il bosco ha una sua forma di intelligenza, stando ad alcuni studi scientifici, a questa potrebbe corrispondere una forma di spiritualità semplice di cui lo
gnomo è rappresentazione"."Alla Forestale arrivano segnalazioni di tutti i generi, in questo caso allo gnomo si associa un guardiano della natura così come al Cfs si riconosce il ruolo di tutela ambientale", aggiunge Cazora.
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