Federica, ragazza Down: "Sono fortunata, che bella la mia vita"

In Nord Europa le donne rinunciano a far nascere bambini affetti dalla sindrome di Down. Questo è stato uno dei temi centrali anche in Irlanda dove si è tenuto un referendum per modificare la legge sull'aborto

 Federica, ragazza Down: "Sono fortunata, che bella la mia vita"

A pochi giorni dal quarantesimo anniversario dell’approvazione della legge 194 in Italia, anche l’Irlanda si prepara a legalizzare l’aborto.

Aborto, il referendum in Irlanda

Dopo aver detto sì alle unioni tra persone omosessuali i cittadini irlandesi si sono recati alle urne per decidere se emendare la Costituzione e cancellare la legge che vieta alle donne di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza in qualsiasi circostanza, compreso lo stupro, l'incesto o problemi per il feto. Una norma introdotta nel 1983, che è stata parzialmente modificata all’inizio degli anni ’90 per consentire l’aborto solo nel caso in cui sia in pericolo la vita della donna. Nei mesi scorsi si è svolta una campagna infuocata. Le principali città dell’isola sono state tappezzate di manifesti in favore del sì o del no. E a far parlare di sé sono stati soprattutto i cartelloni affissi dai pro-life irlandesi che ora temono che si passi da un eccesso all’altro. “In Gran Bretagna il 90% dei bambini con sindrome di Down vengono abortiti, non lasciare che questo accada anche qui”, recita uno dei poster della campagna per il no all’abolizione dell’ottavo emendamento.


Sindrome di Down, i dati degli aborti selettivi

Un manifesto che ha attirato diverse critiche, compresa quella di strumentalizzare i bimbi affetti da Trisomia 21. In effetti, però, secondo una recente ricerca, nel Nord Europa, sta prendendo sempre più piede tra i medici la tendenza a consigliare l’aborto alle donne che ricevono risposta positiva al test prenatale sulla presenza di anomalie cromosomiche nel feto del nascituro. Solo pochi mesi fa è diventata virale la notizia, rilanciata da un servizio delle Iene, che l’Islanda si appresta a diventare il primo Paese europeo senza nascite di bambini affetti dalla sindrome di Down.Per questa patologia, infatti, la legge islandese consente alle donne di abortire anche dopo le sedici settimane di gravidanza. La situazione cambia poco se ci spostiamo in Danimarca dove gli aborti dovuti a questa anomalia del feto sono il 98%. Nel 2015 sono nati solo 31 fra bambini e bambine con questa sindrome. Negli Stati Uniti il tasso di interruzione di gravidanza per i bimbi con sindrome di Down è pari al 67% (1995-2011), in Francia al 77% (2015) mentre in Italia, secondo i dati disponibili sul sito dell’Associazione italiana persone Down (www.aipd.it) ogni 1.200 bambini che nascono, 1 ha la sindrome di Down.

La storia di Federica

Per capire come vive chi soffre di questa particolare malattia genetica, a margine dell’ultima Marcia per la vita, abbiamo parlato con Patrizia, la mamma di Federica, una ragazza Down di 32 anni che è nata con una malformazione congenita al cuore ed è affetta da Trisomia 21. “Aveva una cardiopatia congenita. Praticamente non aveva le pareti che dividono il cuore ma un’apertura un’unica per cui il sangue arterioso si mischiava con quello venoso”, ci spiega la madre. “Quando l’ho scoperto volevo morire”, ci confessa. Ma i timori iniziali hanno immediatamente lasciato il posto alla normalità. “Non c’è differenza con gli altri ragazzi, per noi è una ragazza normale”, chiarisce. Oggi Federica lavora come aiuto chef in un ristorante e percorre, con gli autobus, 40 km al giorno per andare a lavoro e 120 km a settimana per andare agli allenamenti di nuoto. “Prima la sindrome di Down faceva paura, ma adesso questi ragazzi fanno tutto, magari con più lentezza rispetto agli altri. Del resto, quante persone normodotate sono lente?”, si chiede la madre orgogliosa di sua figlia, che poco prima ha parlato sul palco di fronte a migliaia di persone. “Sono una persona fortunata. La mia vita è bella perché lavoro in un ristorante, pratico nuoto e faccio tante cose anche a casa: cucino, scrivo al computer”, racconta Federica al microfono.

La voce tradisce un po’ di emozione, ma nonostante tutto prosegue convinta: “Sono qui per dire che è una gioia essere qui con i miei amici e tutta questa gente”. E il suo sorriso conquista subito migliaia di cuori.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica