Le femministe accusano gli alpini di molestie. La replica: "Nessuna denuncia"

Durante la reunion degli alpini a Rimini, le femministe hanno denunciato casi di molestie. Ma le penne nere negano le accuse e si difendono

Le femministe accusano gli alpini di molestie. La replica: "Nessuna denuncia"

Nei giorni della grande adunata degli alpini, che oggi vedrà sfilare quasi 100mila penne nere (questo è quello che si aspettano gli organizzatori) a Rimini, il collettivo femminista Non una di meno ha acceso le polemiche accusandoli di molestie. Al grido di "alpino molesto, se mi tocchi ti calpesto", le femministe hanno alzato la voce, chiedendo a tutte le donne di denunciare gli episodi che vedrebbero coinvolti gli alpini durante il loro raduno visto che, a quanto sostengono, ci sarebbero già decine di casi, che sono stati pubblicati sulla pagina Instagram del collettivo, del quale fanno parte anche le attiviste del centro sociale Casa Madiba. Dal canto loro, però, gli alpini negano ogni accusa.

Vengono segnalati sguardi e apprezzamenti poco graditi, ma anche cori da stadio e, in alcuni casi, sarebbero perfino stati fatti degli striscioni. Questo è quello che sostengono le femministe di Non una di meno. "L'altra sera mentre andavo in bicicletta mi hanno fermata cercando di farmi entrare in un capannone, sono scappata pedalando più veloce", si legge in una di queste denunce. E poi ancora: "Rientrando a casa a piedi sono stata molestata da alcuni alpini che mi hanno urlato: ciao bella f... perché non vieni con noi, con gesti eloquenti rispetto a quello che avrebbero voluto fare". Il centro sociale si è subito prodigato con una manifestazione di protesta contro gli alpini, a breve distanza da dove i militari hanno organizzato la loro reunion.

I racconti che arrivano da Rimini sono diversi, anche il padre di una studentessa che studia nella cittadina romagnola ha denunciato una molestia, dichiarando su Telegram che "un alpino con la scusa di ripararsi dalla pioggia si è avvicinato a mia figlia poi l'ha palpeggiata...". Ovviamente, il tam tam social è stato molto rumoroso davanti a queste accuse, tanto da smuovere Riccardo Noury, portavoce di Amnesty, che si è rivolto agli organizzatori chiedendo "nessuna tolleranza, totale condanna per questi comportamenti".

Anche il sindaco di Rimini, Chiara Bellini, si è espressa sull'argomento. Prima ha chiesto di non generalizzare, perché "non si deve mai accusare un gruppo o una categoria di persone solo perché fanno parte di essi alcuni poco di buono, delinquenti o molestatori". Poi, però, ha sottolineato con decisione che "vanno condannati senza se e senza ma atteggiamenti sessisti, molestie e commenti non voluti o graditi alle donne. Nessun uomo è autorizzato a farli, con o senza cappello con la piuma".

Ma a Sebastiano Favero, il presidente dell'Associazione nazionale alpini, "non risulta alcuna denuncia di donne molestate dagli alpini in questi giorni a Rimini". Raggiunto da il Giorno, Favero ci tiene a ribadire che "siamo i primi a intervenire, quando qualcuno di noi assume atteggiamenti molesti o fastidiosi verso il prossimo, donna o uomo che sia".

In questi giorni, stando a quanto dichiarato dal presidente, a lui non sono arrivate segnalazioni da parte delle forze dell'ordine su casi di molestie che vedrebbero coinvolti gli alpini presenti a Rimini: "Non voglio né negare né minimizzare, ma noi siamo abituati a ragionare sui fatti. Se e quando ci saranno denunce circostanziate, allora prenderemo provvedimenti".

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