Fermato con l'auto monegasca in Italia: 500 euro di multa al frontaliere

Il frontaliere è stato fermato dalla polizia che ha compilato un verbale da 520 euro, perché la legge vieta a chi è residente in Italia di circolare con auto straniere. Purtroppo, la normativa colpisce anche chi abita alla frontiera

Fermato con l'auto monegasca in Italia: 500 euro di multa al frontaliere

Viaggiava in Italia con un’auto aziendale immatricolata nel Principato di Monaco, malgrado la legge vieti ai nostri connazionali di spostarsi con vetture di targa straniera. Una mancanza che a un lavoratore frontaliere, di Ventimiglia, fermato dalla polizia è costata un verbale da 520 euro circa, ammesso che la multa venga pagata nei cinque giorni successivi, altrimenti la sanzione intera sale a 2.500 euro.

Che la legge vada rispettata e, soprattutto, che sia uguale per tutti, non vi è ombra di dubbio, ma sono mesi che le associazioni dei frontalieri lottano per ottenere una deroga per chi abita al confine con la Francia, come nel caso di Ventimiglia.

Purtroppo, però, il primo emendamento al Decreto di Sicurezza bis è stato bocciato e il secondo emendamento al Codice della strada potrebbe saltare a causa della crisi di governo. Una situazione, dunque, senza via di uscita, che penalizza non solo gli italiani che lavorano in Francia, ma anche le imprese situate nella zona di confine.

Il ventimigliese multato, infatti, lavorava per una società di Montecarlo che gli aveva concesso l’uso dell’auto, nel tragitto casa-lavoro. Ma non è tutto. Spesso le azienda monegasche si riforniscono da grossisti del nostro Paese e per motivi di opportunità incaricano i loro dipendenti italiani ad acquistare la merce, trattando sul posto.

Ovviamente il frontaliere usa l’auto aziendale, che tuttavia ha la targa monegasca e il che comporta non pochi problemi. Mentre chi lavora in Francia può utilizzare l’auto con targa straniera, presentando una delega del datore di lavoro, altrettanto non può avvenire col Principato di Monaco, che è un Paese extra UE.

Il membro della Consulta regionale ligure dei frontalieri, Roberto Parodi, lancia un appello: “Bisogna assolutamente trovare una soluzione, perché questa situazione sta

danneggiando i nostri lavoratori frontalieri e le nostre imprese”. Mentre fino a qualche tempo fa, c'era ancora un regime di tolleranza nei confronti di chi non era in regola, adesso i controlli sembrano essere di nuovo fiscali.

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