Fermo, i ricordi di studenti e passanti: "È stato come un incubo"

Le parole di alcuni degli studenti coinvolti nell'episodio all'uscita da scuola e degli automobilisti e passanti che si sono trovati di fronte il nigeriano fuori controllo

Fermo, i ricordi di studenti e passanti: "È stato come un incubo"

Il giorno dopo la grande paura, parlano a Fermo alcune delle persone che hanno vissuto da vicino l'episodio del clandestino nigeriano che, con un machete in mano, si è lanciato in mezzo alla strada tra viale Trento e la rotatoria di San Francesco.

"Stavo transitando sulla carreggiata per raggiungere mio marito in centro ed ho visto spuntare quell’uomo di colore con un machete in pugno.", racconta una donna, come riportato da "Il Resto del Carlino". "Io sono riuscita ad evitarlo ed ho accelerato, ma ho notato che si è diretto verso una donna che era in coda dietro di me. Non so se è riuscito a colpirla", conclude.

Il panico che si è scatenato ha coinvolto anche alcuni passanti, tra cui un uomo che ha visto il 38enne africano avventarsi contro di lui. "Ero appena uscito dal bar dove mi ero recato per un aperitivo e quell’uomo mi si è scagliato contro. Ho iniziato a correre, mi sono chiuso in macchina e sono fuggito attraverso una via adiacente a viale Trento", dice ancora scosso. "Non so come sarebbe andata a finire se mi avesse raggiunto. Era una persona alta, agile e ben messa", prosegue ancora. "Sembrava che sapesse usare bene quel machete".

Anche gli studenti del liceo scientifico "Calzecchi Onesti", che si sono imbattuti nel nigeriano dopo la conclusione delle lezioni, ricordano quei momenti di terrore. "All'uscita da scuola ci siamo trovati di fronte quell’uomo di colore, con un machete in mano, che si dirigeva contro di noi e, terrorizzati, siamo scappati per rientrare", spiega un alunno del liceo. "Sono stati attimi veramente drammatici. C’è stato il fuggi fuggi generale e sinceramente per qualche attimo mi sono visto morto. Lo spavento è stato tanto. Sono stato uno degli ultimi ad uscire, ma è stato come un incubo. Nella ressa per rientrare nello stabile, ho visto i miei compagni cadere a terra e calpestati dagli altri ragazzi. Fortunatamente l’intervento degli insegnanti e dei collaboratori scolastici ha fatto sì che riuscissimo a rifugiarci a scuola", conclude il giovane.

Gli fa eco una compagna di 14 anni, ancora sotto choc e incredula.

"Durante la fuga sono caduta e non ricordo bene cosa sia accaduto. Mi sono ritrovata con le ginocchia sbucciate, mentre qualcuno mi ha riportato nello stabile. Poi ci siamo barricati dentro finché quell’uomo non se n’è andato", conclude.

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