Fermo, i risultati dell'autopsia e dell'esame medico-legale sull'ultrà

La morte di Emmanuel, secondo quanto emerge, sarebbe stata causata da una frattura al cranio provocata dalla caduta successiva "all'unico pugno" sferrato dall'ultrà. Sul costato del presunto omicida invece trovato un grosso ematoma

Fermo, i risultati dell'autopsia e dell'esame medico-legale sull'ultrà

Si sono concluse l'autopsia sul corpo del nigeriano morto a Fermo nella sera di martedì e l'ispezione del medico legale su Amedeo Mancini (l'ultrà arrestato). La morte di Emmanuel, secondo quanto emerge dalle prime indiscrezioni, sarebbe stata causata da una frattura al cranio provocata dalla caduta successiva "all'unico pugno" sferrato dall'ultrà che aveva chiamato "scimmia" sua moglie.

L'autopsia sul corpo del nigeriano

Partiamo dall'easme autoptico. A realizzarlo è stato il medico legale, Alessia Romanelli, esame cui hanno partecipato anche i periti di parte, quello della difesa e quello della Fondazione Caritas in Veritate che ospitava i due profughi nigeriani. Secondo le prime informazioni rese pubbliche, sul corpo di Emmanuel sono stati trovati i segni di un solo pugno tra la mandibola e il labbro inferiore. Un colpo deciso "ma non fortissimo". Infatti, la dentatura del nigeriano risulta intatta. Il medico legale ha stabiliton che la morte è stata provocata da una frattura al cranio (con emorragia) che risulta essere compatibile con la caduta all'indietro del nigeriano e l'impatto con il marcapiede.

Era questa, in sostanza, la versione raccontata da Amedeo Mancini e dai testimoni.

Secondo quanto appreso da Repubblica, poi, il corpo della vittima non presenta segni evidenti di pestaggio violento (come invece raccontato dalla moglie della vittima, Chinyery), essendo il suo corpo "quasi totalmente integro". Il medico legale ha solo trovato un ematoma al polpaccio, abrasioni al polso e i segni di alcuni graffi. E questo risulterebbe "compatibile con un ventaglio di reati" additabili a Mancini che vanno dalla legittima difesa all'omicidio preterintenzionale (accusa che al momento pende sull'ultrà).

L'altra questione emersa dall'esame autoptico, infine, riguarda il punto più controverso della storia. Quello su cui divergono maggiormente le versioni fornite dalla moglie della vittima e dalla difesa di Mancini: l'uso del palo della segnaletica stradale. Il profugo, infatti, presenta un ematoma al polpaccio (segno della caduta o del cartello stradale?), l'ultrà invece un "ematoma gravissimo" al costato (segno del cartello stradale?). Le testimonianze raccolte dalla Procura dicono che Emmanuel avrebbe lanciato il palo contro Mancini.

L'ispezione medico-legale sull'ultrà

L'esame medico sull'ultrà, avvenuta ieri pomeriggio in carcere, concorda con gli elementi emersi dalle testimonianze e dall'autopsia sul corpo della vittima. In particolare, Amedeo Mancini presenta ematomi al costato e su un braccio. Per il suo legale, Francesco De Minicis, è la prova che il suo assistito è stato vittima di un una aggressione. Ed è quello che è stato raccontato anche dalla "supertestimone" alla stampa (e alla polizia) nei giorni scorsi: "Lo hanno picchiato - aveva detto Pisana Bachetti - per quattro o cinque minuti e lo hanno colpito anche con il palo di un segnale stradale". Testimonianza sostenuta anche da altre tre persone, considerate "attendibili" dagli investigatori. "Credo che la visita del mio assistito sia andata come immaginavamo - ha detto ieri a Cronache Maceratesi il legale Francesco De Minicis - sul suo corpo ci sono segni evidenti di colpi di spranga, di ematomi, colpi di corpi contundenti al costato, al braccio e in altre parti. Ha un vistoso ematoma al costato che gli provoca dolore, quindi chiederò anche accertamento ecografici. Poi ne ha sul braccio. Altri segni più leggeri sulla schiena, sul collo. Come sono stati causati? Non lo sappiamo. Saranno i periti a stabilire tutto". Quello che è certo, è che Mancini ha insultato la moglie della vittima, chiamandola "scimmia africana" e facendo scattare la colluttazione con i due nigeriani.

Le due versioni

Al momento la versione della difesa e dell'accusa diverge sue due punti fondamentali. Il primo, l'aggravante dell'odio razziale che il legale di Amedeo Mancini vorrebbe far cadere. "Non è di destra - ha raccontato più volte - e in passato ha avuto anche amici nordafricani che ha ospitato a casa". Per l'accusa, invece, l'ultrà è un "soggetto altamente pericoloso per effetto della sua natura violenta e aggressiva". Su questi elementi lunedì il giudice dovrà decidere se tenere in carcere o meno l'accusato.

Il secondo punto, è se Mancini si sia difeso oppure no. Per l'accusa il colpo è stato inferto mentre "il migrante e la sua compagna già si allontanavano". Mentre per la difesa dell'ultrà, il pugno sferrato ad Emmanuel sia stata legittima difesa.

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