La figuraccia di Repubblica su Meloni, Calenda e Taiwan: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: l'ammucchiata Calenda-Letta, la missione di Pelosi

La figuraccia di Repubblica su Meloni, Calenda e Taiwan: quindi, oggi...
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- niente ragazzi, siamo al punto in cui Repubblica indaga sul fatto che Meloni (che si professa romanista) negli anni ’90 pare si dichiarasse laziale, anzi “lazialissima”, in non si capisce bene quale chat internet. Vette mai raggiunte dalla stampa impegnata, che infatti viene sonoramente spernacchiata dai suoi lettori

- "Giorgia Meloni non è fascista, è una donna di destra, molto conservatrice e ha degli alleati imbarazzanti, ma se le si dà della fascista significa demonizzarla come un tempo la sinistra demonizzava Berlusconi”. Un plauso per Renzi, ormai ridotto a percentuali infime ma almeno lucido

- nessuno mi ascolta. Parlano ancora di Calenda

- bellissima ‘sta cosa. La Stampa, immaginando la vittoria del centrodestra alle elezioni, lancia l’allarme sulla Rai: “Venti di destra”. Primo appunto: se la lottizzazione la fa la sinistra, parliamo di grandi professionisti; se la fa la destra, pare l’Istituto Luce. Vabbè. Però la cosa più assurda è che nella pagella scrivono che Mario Orfeo rischierebbe poco il suo posto perché “il Tg3 è appannaggio dell’opposizione”. Ora, se il Tg3 fosse “appannaggio dell’opposizione” oggi a dirigere quel telegiornale ci sarebbe la sorella di Giorgia Meloni oppure il sottoscritto, in rappresentanza dell’unico partito di opposizione del governo Draghi. Cioè Fdi. Invece c’è Mario Orfeo, il quale non lo si può certo includere tra i falangisti di Giorgia. Quindi la sintesi è questa: il Tg3 è “appannaggio dell’opposizione” se al governo c’è la destra, ma resta a sinistra se al governo siede il Pd. Tradotto: il Tg3 è appannaggio del centrosinistra. Slilogismo facile

- dopo “la Falange” con cui Repubblica si riferiva a Meloni, ora la Stampa definisce “commando” il gruppo di No Vax che ha imbrattato la sede del quotidiano. Solidarietà, per carità. Ma “commando” mi pare un tantino esagerato

- se una festa va avanti da 45 anni, ha spirito goliardico e decine di donne si sono prestate senza problemi nel corso dei decenni, non è che dovete rompere le scatole solo perché vi pare sessismo mangiare delle banane ad una sagra. È il caso della “festa degli uomini” di Montaperto di Nimes, dove il clou è la “gara di mangiatrici di banane”. Ammiccante? Sì, certo. Fuori luogo? No. Chi non lo desidera, non partecipa. Chi intende divertirsi, sì. Che palle ‘sto perbenismo: non si può più neppure scherzare

- accordo raggiunto tra Calenda e Letta. Siamo felici, così smetteremo - si spera - di parlarne

- la grande ammucchiata non hai mai portato ottimi risultati al centrosinistra. Ve lo dico: secondo me sopravvalutate Calenda. L'urna non è Twitter

- Nency Pelosi atterra a Taiwan e fa scatenare un putiferio di proteste cinesi. Difficile dire come andrà a finire, però questo viaggio dimostra anche che - per ora - Pechino non è abbastanza forte da ostacolare simili provocazioni. Forse gli Usa l’hanno fatto apposta per dimostrare al mondo chi ancora comanda dal punto di vista militare

- Lida Thorpe, deputata indigena dell’Australia, ha “giurato” alla sua elezione chiamando Elisabetta II la “regina colonizzatrice”, che formalmente è ancora sovrano dell’Australia. C’ha ragione, dal suo punto di vista. Ed è curioso pensare che nel 2022 ci siano ancora fratture sociali così radicate in giro per il mondo. Anche lì dove pensi che la Regina Elisabetta sia una irreprensibile sovrana

- dopo l’accordo con Calenda, il Pd ha offerto il "diritto di tribuna” ai leader di altri movimenti politici. Italia Viva, Sinistra Italiana e Verdi hanno declinato l’invito. Dunque cercheranno di superare in altro modo la soglia di sbarramento del 3%.

Di Maio invece non ci ha pensato due volte. E dopo aver giurato che lui col “partito di Bibbiano” non avrebbe avuto nulla a che fare, finirà col candidarsi nelle liste del Pd. Poi venitemi a dire che la scissione dal M5S l'ha fatta per il bene del Paese

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