"Finché la sentivo urlare avevo speranza". Gli ultimi minuti di Alessandra

La sorella di Alessandra Matteuzzi ripercorre a "Quarto grado" gli ultimi momenti di vita della donna uccisa a martellate dall'ex

"Finché la sentivo urlare avevo speranza". Gli ultimi minuti di Alessandra

Continua a essere uno choc collettivo l'omicidio di Alessandra Matteuzzi. I dettagli che emergono sullo stalking subito e il brutale omicidio in pieno giorno gettano delle ombre sulla sicurezza sociale. E c’è chi si chiede: Alessandra poteva essere salvata?

Matteuzzi è stata uccisa dall’ex, Giovanni Padovani, il 23 agosto 2022 nel cortile di casa. L’uomo l’ha colpita con un martello che aveva precedentemente nascosto in loco.

L’ossessione

Matteuzzi e Padovani si erano conosciuti su Facebook. Pare che lei non fosse interessata a una relazione con un uomo, ma fu colpita dalla storia personale del calciatore, che aveva affrontato e sconfitto un tumore osseo.

Da subito Padovani mostra però segnali di pericolo nella relazione. Cerca di ingaggiare un investigatore privato per controllarla: il professionista però subodora la situazione e non accetta l’incarico. Così il calciatore fa pedinare Alessandra, le sottrae le password dello smartphone, dei social e perfino delle telecamere di sicurezza in casa, dove lei si prende cura della mamma malata. I messaggi inviati all’investigatore sono un indizio di ossessione. Giovanni gli chiede: “Volevo sapere a che ora se n’è andata e se era con qualcuno oppure no”, è il messaggio vocale fatto ascoltare a “Quarto grado”.

A gennaio 2022 Giovanni e Alessandra si lasciano: durante un periodo di ferie nella casa di famiglia di lei, lo scorge a spiare sul proprio smartphone. È l’ultima goccia o quasi. Lei accetta di rivederlo successivamente, lui le fa giurare sulla tomba del padre che non vede altri uomini. “Voleva che gli inviassi un video ogni 10 minuti, in cui comparissero l’orario dell’orologio del pc e il luogo in cui mi trovavo”, raccontava Alessandra.

A fine maggio Nicola, vicino di casa di Alessandra, incontra Giovanni sconvolto in cortile. “Lui aveva qualcosa in mano, ma quando mi sono avvicinato l’ha gettata via”, dice intervistato da “Quarto grado”. Nicola fa salire in casa propria Giovanni, e il vicino tocca con mano la sua ossessione. Giovanni racconta a Nicola di volersi vendicare di Alessandra.

Il racconto della sorella

Alessandra non ce la fa più: il 29 luglio va dai carabinieri e denuncia Giovanni. La donna si chiude in casa, esce solo per andare a trovare la madre che in quel momento è in una clinica per curarsi. Ma il 23 agosto Giovanni la uccide a martellate. La testimonianza della sorella a “Quarto grado” è sconvolgente.

Stefania Matteuzzi afferma infatti che Giovanni Padovani “sembrava gentile, cordiale, rispettoso”, ma che dopo un po’ che l’aveva conosciuto “passava dalla dolcezza all’aggressività”. Giovanni aveva cercato di mettere Stefania contro la sorella: le aveva detto che era malata, che lo tradiva, che era bugiarda.

I minuti del femminicidio Stefania li vive al telefono con Alessandra, le grida che ascolta sono i suoi ultimi respiri: “Avevamo l’accordo che mi chiamasse poco prima di arrivare, così stavamo al telefono mentre scendeva dalla macchina. Per sicurezza.

Forse dovevo tenerla lì forzatamente, non ho potuto fare niente. Ho sentito gli urli. Però finché sentivo le urla dentro di me ero rassicurata, anche se sapevo che era grave la cosa. Finché sentivo gli urli avevo speranza. Dopo si è interrotta: telefono irraggiungibile”.

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