Napoli, finestre murate per proteggersi dai bulli

Le molestie continue di ragazzini hanno costretto una famiglia di Afragola, in provincia di Napoli, ad eliminare le finestre di casa

Napoli, finestre murate per proteggersi dai bulli

Per anni hanno subìto atti vandalici da baby gang. Tutti i giorni, dalla mattina all’alba. Hanno dovuto sopportare perché non avevano altra scelta: non potevano trasferirsi altrove. E quando le molestie sono diventate insostenibili, tre fratelli di Afragola, comune in provincia di Napoli, hanno deciso di eleminare quelle “maledette” finestre. Tre aperture che affacciavano su vicolo San Felice, attraverso le quali bande di ragazzini facevano di tutto per terrorizzarli, per non farli vivere tranquillamente.

«Ci ritrovavamo all’improvviso con sacchetti della spazzatura in casa. Li lanciavano da fuori e scappavano. Una volta uno me lo sono ritrovato nel piatto mentre ero a tavola. Ci hanno buttato anche dei botti. Ci insultavano, offendevano mia sorella, che in un caso è rimasta pure ferita al volto. Di notte non dormivamo più. All’inizio abbiamo cambiato le finestre, ma non è servito a nulla. Anche i vicini non riuscivano più a reggere i disturbi continui» ha raccontato uno dei fratelli. Si è presentato come “Alfonso”, ma ha specificato che non è il suo nome reale. «Non voglio dire il mio nome, la mia età, perché io ho paura che possano ricominciare. Ho paura che se la nostra storia dovesse diventare nota potrebbero togliermi mio fratello, e lui ha bisogno di me. Mia sorella ha bisogno di me». È con loro che vive nella casa che gli ha lasciato la nonna, in cui gli unici spazi attraverso i quali entra la luce sono la porta d’ingresso e una piccola finestra che si aprono su un cortile interno da cui si può accedere all’abitazione. Non ha un lavoro. Il fratello ha problemi di salute seri: «Solo lui – ha spiegato “Alfonso” - percepisce una piccola pensione, con cui a stento riusciamo a comprare i farmaci che gli servono. Sono io che devo accudirlo e anche per questo non posso cercare lavoro fuori, non posso spostarmi da Afragola». Sostiene che le autorità sono al corrente della loro storia, che più volte ha allertato le forze dell’ordine per gli attacchi di teppistelli (in qualche occasione anche adulti, ha riferito), ma che nessuno fino ad oggi abbia mai fatto nulla per aiutarli.

Quello di Afragola è il secondo caso di bullismo salito alla ribalta della cronaca in poche ore in Campania. Ieri, sempre in provincia di Napoli, a Mugnano, un papà ha postato su Facebook la foto del volto tumefatto del suo bambino aggredito da tre coetanei.

«Bullismo e baby gang stanno diventando un’emergenza in Campania», ha dichiarato il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che ha chiesto al presidente della Commissione politiche sociali della Regione Campania, Tommaso Amabile, di «accelerare l’approvazione del disegno di legge emerso dalle diverse proposte avanzate in modo da poterlo portare in aula nel più breve tempo possibile per l’approvazione definitiva, augurandomi un’ampia convergenza e piena collaborazione da parte di tutte le forze politiche perché, di fronte a temi del genere, non devono esserci divisioni».

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