Finisce con una restituzione di fondi l'avventura indipendentista del Veneto. La giunta regionale presieduta da Luca Zaia ha deliberato la chiusura del fondo per sostenere il referendum e la restituzione di tutti i soldi donati. Dopo che la Corte Costituzionale aveva considerato illegittima la legge regionale che doveva portare al referendum per l'indipendenza questo sembra essere l'ultimo capitolo dell'irredentismo veneto.
Se è vero che le pulsioni indipendentiste sono state fiaccate dalla burocrazia è anche vero che i veneti hanno sempre partecipato in modo molto timido alle iniziative, come la campagna di raccolta fondi. Sui quasi 5 milioni di abitanti che risiedono in Veneto solo 1.363 persone avevano donato per pagare la tornata referendaria. In totale erano stati raccolti 114.914,88 euro che adesso dovranno essere restituiti.
Una cifra lontanissima dai 14 milioni di euro stimati all'inizio. La restituzione non è però l'ultimo capitolo della voglia indipendentista, ne è convito il presidente Luca Zaia: "Avere restituito i contributi per l'indizione del referendum sull'indipendenza ai cittadini che avevano versato non significa aver rinunciato definitivamente all'idea. Era un atto dovuto, soprattutto a fronte delle richieste di restituzione che erano state avanzate".
Il primo stop alla legge regionale era arrivata con la sentenza n.
118/2015 della Corte Costituzionale: "Noi non abbiamo affatto abbassato la guardia abbiamo affidato, infatti, a un pool di costituzionalisti la valutazione e lo studio di nuove azioni, con riferimento anche al quadro giuridico nazionale e internazionale e, in particolare, alla storica contrapposizione fra il governo spagnolo e quello catalano" ha concluso Zaia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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