Momenti di panico, la notte scorsa, in una via di Sesto Fiorentino (Firenze), dove una donna aggredita dal marito si è affacciata ad una finestra della propria abitazione per chiedere aiuto.
Grazie alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti, sappiamo che il fatto si è verificato in un edificio sito in via Brogi intorno alle 3. Una donna marocchina, residente in Italia e con regolare impiego, è stata brutalmente pestata dal consorte connazionale, rientrato a casa completamente ubriaco. A rendere ancora più grave l’accaduto, il fatto che lei fosse incinta di 5 mesi.
La coppia si era sposata in patria, ma in Italia era arrivata inizialmente solo la donna, che era riuscita a trovare lavoro. Solo successivamente il marito l’aveva raggiunta, grazie al diritto di ricongiungimento familiare, senza tuttavia occuparsi mai di cercare una regolare occupazione. L’uomo, pertanto, viveva interamente sulle spalle della coniuge, costretta a sopportare, oltre a ciò, anche le sue violenze.
L’ultima la notte scorsa quando, in preda ai fumi dell’alcol, il 30enne avrebbe mal digerito le critiche a lui rivolte dalla donna, stanca di vederlo rincasare ubriaco e a tarda ora. Il marocchino ha spinto a terra la moglie, accanendosi con violenza contro di lei e, dopo averla pestata, l’ha afferrata per il collo cercando di strangolarla. In un estremo tentativo di liberarsi dal suo aguzzino, che le tappava la bocca per evitare che urlasse, la vittima è riuscita a mordere la sua mano ed a divincolarsi. Immediatamente si è diretta verso una finestra di casa per chiedere aiuto, urlando dal balcone a gran voce per richiamare l’attenzione dei vicini. Erano all’incirca le 3 del mattino, quando alcuni residenti, allarmati dalle grida disperate, hanno chiesto l’intervento delle forze dell’ordine.
Sul posto gli agenti di polizia, i quali sono riusciti a bloccare il 30enne prima che potesse fuggire. Le manette sono scattate ai polsi del facinoroso marocchino, accusato di tentato omicidio, lesioni aggravate e maltrattamenti in famiglia.
L’uomo è stato quindi tradotto in carcere, mentre la moglie è stata subito accompagnata in ospedale per degli urgenti accertamenti. Dopo le prime cure ricevute in pronto soccorso, c’è stato il trasferimento nel reparto di ginecologia, proprio per il fatto che i medici temono che possano esserci state ripercussioni per il nascituro.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.