Quel fiume di soldi dall'Italia ad Hong Kong: fermata a Venezia cinese con 790mila euro in valigia

Soltanto dieci giorni fa tre connazionali, sempre diretti ad Hong Kong, erano stati fermati a Fiumicino con 2,8 milioni di euro in contanti nei bagagli. Mistero sulla provenienza dei soldi: si indaga per una compravendita immobiliare irregolare

Quel fiume di soldi dall'Italia ad Hong Kong: fermata a Venezia cinese con 790mila euro in valigia

Quasi 800 mila euro nascosti nelle valigie pronte per essere imbarcate su un volo diretto ad Hong Kong. Alla richiesta di spiegazioni da parte dei finanzieri e degli agenti della dogana dell’aeroporto Marco Polo di Venezia la risposta data da una cittadina cinese è stata: “Non so nulla”. La stessa data appena dieci giorni fa da tre suoi connazionali che con lo stesso metodo, stavano tentando di spedire nella città autonoma del sud est della Cina 2,8 milioni di euro in contanti.

Per il caso dei tre cinesi bloccati all’aeroporto di Fiumicino si indaga per evasione fiscale e riciclaggio, mentre nel caso specifico, il sostituto procuratore di Venezia, Stefano Buccini, secondo quanto scrive Il Gazzettino, ha elementi per ipotizzare che i 790mila euro sequestrati alla donna possano essere il frutto di una compravendita illegale. Si parla di un capannone acquistato in contanti, secondo la consueta modalità usata dai cittadini cinesi.

Anche quella di portare i soldi al sicuro nei paradisi fiscali per sfuggire a tasse e controlli sembra essere diventata una vera e propria prassi nella comunità asiatica residente in Italia, considerando che nel giro di poche settimane sono stati sequestrati in totale oltre 3,5 milioni di euro. In particolare, nel caso dei tre cittadini cinesi fermati nello scalo romano, il fatto che i soldi fossero stipati in valigie da imbarcare su voli con scalo, lascia pensare ad un sistema rodato e soprattutto ad una procedura familiare che potrebbe essere stata ripetuta decine di volte.

Resta il mistero sulla provenienza di questo fiume di soldi.

Non si esclude che dietro possano esserci anche le attività della Triade, la mafia cinese che in Italia gestisce diversi racket, come quello della prostituzione e del traffico di sostanze stupefacenti. A stabilirlo saranno gli inquirenti che indagano su entrambi i casi.

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