Non si ferma la polemica sulla liberazione di Silvia Romano, la cooperante italiana rapita un anno e mezzo fa, liberata venerdì notte dopo il pagamento di un riscatto milionario. La donna è tornata domenica nel Paese indossando le tipiche vesti islamiche somale, dopo aver rifiutato un cambio "occidentale" nell'Ambasciata italiana di Mogadiscio. Il motivo? La sua conversione all'Islam durante la prigionia, a suo dire volontaria, che l'avrebbe portata anche a cambiare nome in Aisha. Sono tanti i punti oscuri della sua ricostruzione, tutt'ora al vaglio degli inquirenti che stanno cercando di fare luce sulla questione mentre nel Paese infuria la polemica. L'ultima voce a unirsi al coro è quella di Flavio Briatore, intervenuto per commentare le parole di Matteo Salvini nel programma radiofonico La Zanzara.
"Se avessero rapito Briatore, lo Stato non avrebbe pagato un euro", ha affermato il leader della Lega in aperta polemica col governo. "Sono sicuro che lo Stato non avrebbe pagato un euro per me", ha ribadito Flavio Briatore ai microfoni del'Adnkronos, sposando il pensiero espresso da Matteo Salvini. Secondo il leader politico, i tempi sono maturi per la stesura di una legge che vieti il pagamento del riscatto ai gruppi terroristi. Il senatore, inoltre, ha chiesto che le Ong si impegnino a restituire allo Stato quanto versato ai rapitori di Silvia Romano. Flavio Briatore ha condiviso in parte il pensiero del leader leghista, evidenziando una discrasia decisionale in un momento di così elevata crisi nel Paese: "Per Silvia Romano il governo è stato molto veloce, sicuramente più veloce che nel pagare la cassa integrazione a chi è rimasto senza lavoro." Sebbene l'imprenditore appoggi la scelta di pagare il riscatto pur di riportare a casa una cittadina italiana, dall'altra parte contesta la presenza di Silvia Romano in quelle zone a così alta pericolosità: "È giusto che abbiamo pagato il riscatto, per carità. Però queste persone non dovrebbero andare in zone sconsigliate. Sennò i jadisti avvieranno un altro business."
Flavio Briatore conosce molto bene quella parte dell'Africa. Da oltre vent'anni gestisce un resort di lusso in Kenya e, nonostante viaggi con elevata frequenza nel Paese, la sua incolumità e quella dei suoi congiunti non è mai stata a rischio: "Sono venti anni che vengo in Kenya e non è mai successo niente. Questo sequestro è successo in un posto dove era sconsigliato andare, Chakama. Come ci sono posti sconsigliati anche in Italia e in altri Paesi. Soprattutto per una ragazza sola." L'imprenditore si chiede come mai Silvia Romano sia voluta rimanere lì quando le altre due cooperanti che erano con lei se ne sono andate: "È tutto molto strano in questa vicenda. Ci sono diverse cose che non capisco in questa vicenda."
Briatore punta i piedi e si interroga su diversi punti, successioni di fatti e di eventi che non hanno e probabilmente non avranno mai una risposta: "Prima di dire che è diventata Aisha, avrebbe dovuto credo ringraziare l'Italia. E invece non ho sentito una parola di ringraziamento né da lei né dai suoi genitori.
" Per accentuare le differenze di trattamento che da qualche settimana a questa parte si notano nel nostro Paese, Briatore alza la polemica su quanto accaduto pochi giorni fa all'Arco della Pace di Milano e quanto accaduto, invece, solo poche ore dopo all'arrivo a casa di Silvia Romano: "A Milano hanno multato i ristoratori che protestavano in piazza con il distanziamento sociale, sotto casa di questa ragazza c'era la folla e nessuno ha detto niente. Evidentemente per questo governo ci sono cittadini di serie A e di serie B."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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