Foggia, tentato omicidio fuori da un locale. La pistola ritrovata è del buttafuori

Aveva litigato con un diciottenne fuori il locale Domus a Foggia. Ora il buttafuori è indagato per tentato omicidio

Foggia, tentato omicidio fuori da un locale. La pistola ritrovata è del buttafuori

Nella notte tra il 20 e il 21 ottobre 2018, al culmine di una lite davanti al locale Domus di via Leone XIII, il buttafuori Aleandro Di Fiore aggredì e sparò a un diciottenne di Lucera. La pistola calibro 7.65 utilizzata è stata ritrovata circa una settimana fa in uno scantinato sito in via Sbano.

Il 3 gennaio scorso, la Squadra Mobile di Foggia ha sequestro la medesima arma ad un incensurato del capoluogo dauno, ma parente del buttafuori. Come è emerso nel corso di un interrogatorio davanti al Gip e anche dalla lettera scritta in carcere e che Ettore Censano - avvocato di entrambi gli indagati - ha consegnato al Giudice, è stato proprio Di Fiore ad aver occultato la pistola nello scantinato e lo avrebbe anche confessato spontaneamente. Secondo la tesi del legale, il parente dell'aggressore dopo aver saputo della presenza dell'arma e per evitare guai alla sua famiglia, l'ha prelevata e spostata. Sempre a detta di Censano, tale atto scagiona l'imputato da qualsivoglia responsabilità e pertanto lo stesso merita la scarcerazione. Questa versione dei fatti, tuttavia, non ha convinto il giudice Bencivenga il quale, credendo che l'uomo si sia introdotto nello scantinato con l'intenzione di nascondere lì la rivoltella, lo ha condannato agli arresti domiciliari. La difesa per tutta risposta farà ricorso al Tribunale della Libertà di Bari contro la decisione del Gip.

La Procura e la Squadra Mobile di Foggia hanno ricostruito nei dettagli gli eventi che portarono poi all'aggressione. Quella sera la vittima - assieme ad altri due coeatanei - si era presentata davanti la discoteca, ma Di Fiore aveva impedito loro l'ingresso poiché non ancora ventunenni. Il buttafuori, in preda all'ira, schiaffeggiò il giovane che scappando, lo chiamò 'infame'. L'aggressore a quel punto avrebbe fatto partire un colpo d'arma da fuoco centrando così la nuca del ragazzo. Il proiettile, conficcatosi nella mandibola sinistra, venne estratto nel corso di una operazione presso la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo.

Di Fiore è stato accusato di tentato omicidio aggravato da futili motivi e crudeltà e di porto e detenzione illegale di pistola.

La difesa, invece, ha rimarcato che l'assistito ha fatto fuoco da circa 80 metri e che non aveva alcuna intenzione di colpire il giovane. Il buttafuori, infatti, aveva visto il diciottenne riverso a terra con la guancia gonfia, ma aveva creduto che si fosse fatto male durante la caduta.

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