Gli episodi che vedono protagonisti le forze dell'ordine in qualità di vittime sono sempre più frequenti. L'ultimo risale a questa notte, quando un branco di giovanissimi ha accerchiato, bloccato e insultato una pattuglia della Polizia di Stato nello svolgimento delle sue funzioni. Tutto è avvenuto a Marina di Carrara, in Toscana e i protagonisti sono ragazzi di poco più di vent'anni che sembra abbiano perso qualunque rispetto per le divise e per il ruolo dei pubblici ufficiali. La movida sembra aver perso qualunque controllo, tra fiumi di alcol e sostanze stupefacenti che troppo spesso sono di facile reperibilità.
Tutto nasce quando gli agenti individuano un ragazzo carrarese, classe 2001, ritenuto dai poliziotti responsabile del danneggiamento di un'auto. Fermato per l'identificazione e il deferimento in stato di libertà, il giovane avrebbe reagito, colpendo il personale di servizio con calci e pugni. Inevitabile per gli agenti procedere all'arresto per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. A quel punto, un gruppo di altri giovani e giovanissimi è intervenuto in difesa del loro amico, scatenando il caos. Quello che sarebbe dovuto essere un semplice fermo di polizia si è trasformato in qualcosa di più simile a una rissa, con i ragazzi inferociti che strattonavano gli agenti e ne bloccavano la volante. Scene di ordinaria follia, impensabili solo fino a qualche anno fa.
Dalle immagini di un video condiviso dal FSP Polizia di Stato Venezia su Facebook, si vedono i ragazzini che tengono per le braccia gli agenti, che tentano di chiudere le portiere della volante per portare via il fermato. Vengono spintonati, trattenuti e insultati con cori beceri senza poter rispondere alla furia cieca, immotivata, dei ragazzini che pensano di potersi fare beffe delle forze di polizia. Gli agenti non reagiscono, subiscono passivamente l'aggressione, probabilmente per paura di essere messi alla gogna sui social come accaduto a Vicenza. I telefoni sempre in mano pronti a riprendere qualunque azione che possa minimamente sembrare violenta, anche se eseguita nel massimo rispetto delle procedure previste, e l'immediata pubblicazione sui social. Dopo le rivolte americane il clima si è inasprito contro le forze dell'ordine anche nel nostro Paese e i social diventano spesso un megafono politicizzato contro le divise.Il risultato sono anche le immagini che arrivano da Massa, dove tra le urla scomposte dei ragazzi senza mascherina, si sente chiaramente qualcuno che urla "Non ci fermate". Una frase ambigua, impossibile da contestualizzare, ma pericolosa nel suo significato. Ci sono poi insulti di vario genere come "stronzi in divisa", "bastardi", "uomini di merda", con tanto di coro di sfottò cantato tra gli applausi all'indirizzo degli agenti. Qualcuno grida, senza motivo, che con quell'azione la polizia si sarebbe fatta una bella pubblicità. Nemmeno una volta saliti a bordo e chiuse le portiere della volante, gli agenti sono riusciti a ripartire, perché accerchiati dal branco che continuava a inveire e a tenere l'auto.
Non è il primo episodio simile che accade in quelle zone. Le cronache locali riportate da Il Tirreno si riferiscono ad alcuni episodi accaduti nella notte tra sabato e domenica è avvenuta un'altra aggressione agli agenti di polizia, intervenuti per identificare due giovani dopo una rissa. Uno di loro non ha mostrato collaborazione, dimostrandosi aggressivo. A quel punto il gruppo di giovani ha inveito contro i poliziotti, li ha seguiti e, a un certo punto, ha iniziato a lanciare oggetti contro le auto e gli agenti, provocando danni alle vetture in servizio e alcune lievi lesioni agli uomini in divisa.
Dopo la diffusione del video degli scontri a Massa Carrara e il clamore generato, è intervenuto il FSP nazionale, che con una nota ufficiale ha specificato: "“Lo scempio di quelle scene immortalate nel solito video della vergogna a Marina di Carrara, dove le forze dell’ordine sono state aggredite per impedire loro di svolgere il proprio lavoro, è il simbolo dell’ipocrisia di un Paese privo delle garanzie minime dovute agli operatori della sicurezza". Il sindacato sottolinea anche il silenzio assordante delle istituzioni: "Indigna con pari se non con maggiore intensità il silenzio che segue certi comportamenti inammissibili, da parte di ogni rappresentante istituzionale che ha invece il dovere di prendere con forza posizione a favore dei servitori dello Stato".
A tal proposito, Valter Mazzetti è categorico: "“Il primo a indignarsi per queste scene ignobili dovrebbe essere il presidente della Repubblica, seguito da tutti gli apparati istituzionali, perché è bene ricordare che le forze dell’ordine nell’esercizio delle deputate funzioni rappresentano lo Stato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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