Il migrante accusa: "Preso per il collo da agenti razzisti". Ecco la verità

Un giovane di origine straniera si sottrae al riconoscimento da parte della polizia, che lo ferma: gli amici riprendono e scatta l'accusa di razzismo per gli agenti

Il migrante accusa: "Preso per il collo da agenti razzisti". Ecco la verità

Basta poco perché un video diventi virale sui social quando i protagonisti sono le forze di polizia nello svolgimento delle loro funzioni. In queste ore un video proveniente da Vicenza ha sollevato un polverone di critiche contro la polizia di Stato, rea di aver fermato un ragazzo di origine straniera che si rifiutava di fornire le proprie generalità e che si allontanava dai poliziotti che ne richiedevano i documenti. Nell'Italia del buonismo ci sono tutti gli elementi per creare un caso mediatico, anche dove il caso non esiste ma è semplicemente frutto dell'ipocrisia italica che si indigna a senso unico, gridando al razzismo.

Probabilmente chi in queste ore si scandalizza davanti alle immagini che stanno rimbalzando sui social network, da Facebook a Twitter, non si è preso la briga di andare alla fonte della diffusione. Il video arriva da un post pubblicato dal migliore amico del ragazzo fermato, che ha descritto la genesi del fermo, spiegando benissimo quelle immagini. Da quanto si evince dal post pubblicato su Instagram, infatti, pare che pochi minuti prima delle riprese ci sia stata una rissa a Vicenza. Nel pieno dello svolgimento del loro dovere di proteggere la sicurezza pubblica, gli uomini della polizia di Stato si sono mobilitati alla ricerca dei responsabili. Probabilmente attratti dal capannello di ragazzi, si sono avvicinati a loro e hanno chiesto di fornire le generalità e i documenti per il riconoscimento.

Il giovane di origine straniera, professandosi estraneo ai fatti, si è rifiutato di mostrare i suoi documenti ai poliziotti e di fornire le sue generalità alla richiesta, ripetuta diverse volte, delle forze dell'ordine. "Ovviamente lui non c'entrando niente con l’avvenimento accaduto 10 minuti prima, cioè una rissa, sì è rifiutato", scrive l'amico. Oltre a non adempiere alla richiesta dei poliziotti, il ragazzo ha cercato di allontanarsi dagli agenti in servizio che continuavano a chiedere l'esibizione dei documenti. Vista la reticenza del ragazzo all'identificazione ma, soprattutto, l'intenzione di smarcarsi dagli agenti allontanandosi da loro, uno dei poliziotti ha proceduto al fermo del giovane, immobilizzandolo per evitare che continuasse a spostarsi, sottraendosi all'identificazione.

Tutto questo è avvenuto sotto gli obiettivi puntati degli smartphone e sotto le grida scomposte degli altri giovanissimi, probabilmente fomentati dal martellamento di immagini propaganda del movimento black liver matters. Hanno forse pensato potesse ripetersi quanto accaduto con George Floyd. A un certo punto si vede anche il gruppo di giovani che accerchia il poliziotto e lo trattiene per liberare quello che era stato fermato precedentemente. Il ragazzo che per primo ha condiviso il video ha anche dichiarato che il poliziotto avrebbe cercato di estrarre la pistola per puntarla contro di lui, fatto che non si evince dalle immagini. "Ragazzi aiutatemi a condividere questo atto di razzismo", scrive chi ha condiviso il video su Instagram.

A distanza di qualche ora è intervenuto anche il questore di Vicenza, che ha chiarito i fatti attraverso i verbali delle volanti, anche se l'istruttoria sarà completata solo dopo la visione dei filmati delle telecamere di sorveglianza. "Nel luogo della rissa, dove gli agenti stavano cercando di dividere i contendenti, c’era un gruppo di ragazzi che inveiva contro la polizia. I miei uomini hanno detto a tutti di allontanarsi e di evitare di stare lì intorno, ma questi continuavano a ridere e schernirsi", ha dichiarato Antonino Messineo, questore di Vicenza. La ricostruzione delle forze dell'ordine è precisa: "Hanno chiesto i documenti a uno di loro e si è rifiutato di darli, continuando a ridere in faccia ai poliziotti. A quel punto l’operatore l’ha preso per un braccio e poi nel modo in cui si vede nel video. La presa non è durata più di 4 secondi, perché poi sono finiti entrambi a terra". Il questore poi riferisce che il ragazzo fermato sia scappato, pare in bici, e che sia stato fermato da un'altra volante giunta sul posto. I poliziotti, quindi, l'hanno "arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale". Il poliziotto è stato poi accompagnato al pronto soccorso, dove è stato medicato con una prognosi di 3 giorni.

La versione raccontata dal giovane non combacia con quella del questore. Il ragazzo, cubano, a Repubblica riferisce che "un passante ha pestato il piede a un mio amico e io mi sono messo a ridere ma proprio in quel momento il poliziotto si è girato verso di me, chiedendomi cosa avessi da ridere. Io non stavo ridendo di lui ma quello si avvicina, mi prende per un braccio e mi chiede di fargli vedere i documenti". Il resto è docmentato dal video. "La reazione che ha avuto è la reazione di un ragazzo spaventato. Ora comunque si trova in ospedale, perché con il passare delle ore sono emersi alcuni acciacchi", dice l'avvocato che lo difende.

Intanto i centri sociali hanno già dichiarato che domani protesteranno davanti al tribunale, dove si svolgerà il processo per direttissima. "Noi diamo una formazione di base sulle tecniche operative ma durante un intervento ci sono mille variabili che intervengono. Certo è che il trattamento non varia a seconda del colore della pelle", ha concluso il questore Messineo. Nella questione è intervenuto anche Matteo Salvini con un post su Facebook: "Vicenza, deride gli agenti, rifiuta l’identificazione e gli amici filmano.

Se un poliziotto ti chiede i documenti o ti impone l’ALT in macchina, se non hai nulla da temere tu gli fai vedere i documenti o ti fermi. Punto. Altro che “RAZZISMO”, le regole ci sono e vanno rispettate da tutti, bianchi o neri che siano".

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