"Forte 11 rientrato". Qual è la missione segreta del drone di Sigonella

Staffetta tra droni a Sigonella: dopo la missione Forte 10, rientrato anche il drone della missione Forte 11. L'obiettivo è perlustrare le aree del conflitto in Ucraina

"Forte 11 rientrato". Qual è la missione segreta del drone di Sigonella

Cieli affollati in Sicilia. A Sigonella nei giorni scorsi si è attuata una vera e propria “staffetta” tra droni diretti verso le aree del conflitto in Ucraina. Il 21 marzo era infatti partito il drone Global Hawk identificato come “Forte 10”. Diverse ore di missione verso il Mar Nero, poi il rientro nella base di Sigonella.

Il 23 marzo invece è stata la volta del drone Northorp Grumman RQ-4A Global Hawk, identificarto come “Forte 11”, rientrato la scorsa notte. Entrambe le missioni, stando a quanto trapelato seguendo le tracce sul sito FlightRadar24, hanno avuto la funzione di attuare una stretta videosorveglianza sul Mar Nero e sulle aree limitrofe a quelle dell'azione russa in Ucraina.

Gli occhi dei droni hanno perlustrato in lungo e largo per cogliere ogni movimento da parte delle forze di Mosca. L'obiettivo è quello di raccogliere quanto più informazioni possibili. Una mole di dati importante da girare poi a Kiev oppure da tenere negli archivi per valutare le tattiche e il dispiegamento di mezzi da parte dei russi.

Un'osservazione costante quindi resa possibile grazie ai droni. Sigonella, la base militare Usa situata a pochi chilometri da Catania e Siracusa, rappresenta una sorta di hub per i droni statunitensi e della Nato.

Quando è in corso una crisi internazionale legata al Mediterraneo o all'Europa, da qui si attivano i droni chiamati a spiegare con le loro telecamere quanto avviene nei teatri di guerra. Già a gennaio diversi aerei senza piloti sono decollati da Sigonella per carpire informazioni sulle reali volontà russe in Ucraina.

È anche grazie ai mezzi partiti dalla Sicilia che l'intelligence Usa ha potuto più volte annunciare con largo anticipo il pericolo di un'imminente invasione russa dell'Ucraina. Oggi le perlustrazioni sopra i cieli del Mar Nero servono soprattutto per prevenire un possibile sbarco anfibio russo a Odessa e avvisare l'esercito ucraino. Così come serve a raccogliere dati sulla potenza di fuoco di Mosca impiegata a largo dell'Ucraina.

Il drone della missione Forte 11 è uno di quelli capace di avere un'autonomia di almeno 30 ore. Può quindi spingersi dalla Sicilia fino ai teatri di guerra, perlustrare e raccogliere dati per diverse ore e poi tornare alla base.

Il Mediterraneo si sta confermando negli ultimi giorni una vera e propria retrovia del conflitto in Ucraina.

Se gli americani e la Nato piazzano droni partiti dalla Sicilia, i russi in questi giorni hanno mandato non lontano dalle coste dell'isola il sottomarino nucleare Akula. Manovre che attestano l'importanza strategica del “mare nostrum” per le varie parti impegnate nel braccio di ferro politico e militare partito lo scorso febbraio.

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