La paventata guerra in Ucraina accende ancora una volta i riflettori in Sicilia e principalmente sulla base della marina militare statunitense di Sigonella.
Proprio dalla postazione militare dell’Isola partono le missioni di volo dei droni militari Global Hawk. Proprio in questi giorni, gli apparecchi svariate volte hanno sorvolato la Bulgaria, la Romania sino ad arrivare in Ucraina monitorando tutto il territorio tenendo sotto controllo le truppe russe nel Donbass e ai confini del vasto Paese dell’Europa orientale.
Ma cosa è esattamente il Global Hawk? É un velivolo di altissima tecnologia che si pilota da remoto, il quale attraverso un radar scansiona persino attraverso le foreste, approfondendo i dettagli grazie ad un sensore che riesce a scoprire oggetti e persone. Ha una autonomia di 24 ore consecutive e riesce a coprire 100mila chilometri quadrati.
Si legge nel sito della difesa aeronautica militare: “Il completamento della flotta dei Global Hawk, iniziato il 21 novembre dello scorso anno, segna una tappa fondamentale del programma AGS che la NATO ha deciso di concentrare proprio a Sigonella, in virtù della posizione strategica nel mediterraneo dell’aeroporto militare. Con il programma AGS, la NATO ha voluto migliorare e modernizzare le proprie capacità per la sorveglianza terrestre e marittima, su vaste aree e in qualsiasi condizione meteorologica e di luce, per la protezione delle truppe di terra e delle popolazioni civili, per il controllo delle frontiere, per la sicurezza marittima e l’assistenza umanitaria”.
Le parole del generale Bertolini
"È un momento molto drammatico – ha detto all’Adnkronos il generale Marco Bertolini, già comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze, commentando le tensioni tra Russia e Ucraina -. L’Italia è coinvolta da un punto di vista energetico, perché se chiudono i rubinetti stasera ci faremo da mangiare col fuoco e non con il gas. Siamo coinvolti anche da un punto di vista operativo perché i Global Hawk che volano sull'Ucraina partono da Sigonella, l’Italia è una base militare americana in larga parte. Il rischio c'è, è presente e reale. Speriamo nell’incontro fra Draghi e Putin, a questo punto i giochi sono già fatti e non credo avranno molto spazio di manovra ma se c'è la possibilità di far sentire anche la nostra voce, sicuramente è una cosa importante”.
"In Ucraina – ha aggiunto Bertolini - siamo arrivati a un punto molto delicato, il fatto che Putin abbia riconosciuto le due repubbliche del Donbass sicuramente cambia la situazione. Peraltro ci sono precedenti storici illustri sul campo avverso, è la stessa cosa che è avvenuta in Kosovo da parte nostra e nonostante le rimostranze russe all’epoca abbiamo riconosciuto l’autonomia del Kosovo dalla Serbia, la Russia si è opposta.
La situazione molto delicata, credo che la Russia cerchi adesso di metterci di fronte al fatto compiuto, un po’ come successo con la Crimea che si è ripresa la Russia e noi non abbiamo reagito, basandosi anche su un plebiscito nella regione".
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