La sociologa e scrittrice Rosa Giannetta Alberoni, studiosa della comunicazione, narratrice e docente universitaria, è morta ieri nella sua casa milanese all'età di 75 anni. Nel 1988, aveva sposato il sociologo Francesco Alberoni, grande innovatore e prestigiosa firma di questo giornale. Da tempo malata cronica, le condizioni di Rosa Giannetta Alberoni si sono aggravate negli ultimi giorni. Rosa Giannetta è stata professore di ruolo di sociologia generale all'Istituto Universitario di Lingue Moderne (Iulm) di Milano. Era autrice di romanzi di successo che sono stati tradotti in diverse lingue e pluripremiati: tra gli altri Sinfonia, La montagna della luce, Io voglio e Paola e Francesca, tutti pubblicati da Rizzoli. Dopo le iniziali ricerche sociologiche sui giovani e sul linguaggi, sul piano degli studi e delle ricerche, l'interesse di Rosa Giannetta Alberoni si è concentrato nell'ultimo trentennio sul terreno teorico, filosofico e sociologico. Ha preso in esame in modo sistematico le concezioni della storia dei maggiori studiosi, da Giambattista Vico a Popper e, con un lavoro di anni, ha steso la monumentale opera Gli esploratori del tempo, pubblicata da Rizzoli nel 1994. Seguono i volumi di saggistica, Hegel sociologo nostro contemporaneo (2000), La ricerca sociologica sulle emozioni e i consumi degli anziani (2001).
La studiosa ha accompagnato il suo impegno accademico con un'intensa attività di scrittrice di narrativa, a partire dalla stesura del romanzo storico L'orto del paradiso, pubblicato da Rusconi nel 1989 con grande successo, e poi ripreso negli Oscar Mondadori: è una saga che si svolge fra il 1786 e il 1814 fra il Regno di Napoli e Milano durante l'epoca napoleonica, con cui ottiene il Premio Gargano per la letteratura e il Premio Romeo Gigli per la narrativa. Una grande saga famigliare ambientata fra la Versilia e Milano, che si estende su quattro generazioni dal 1900 al 1975, è invece al centro del romanzo Sinfonia (Rizzoli, 1999). Negli anni '90 ha approfondito lo studio di Rousseau, Hegel, Marx e delle tematiche filosofiche che portano alla secolarizzazione e allo sviluppo dell'anticristianesimo in Europa. Il prodotto più maturo delle sue ricerche filosofiche è La cacciata di Cristo (Rizzoli, 2006), un libro amato e ammirato da molti credenti e dai vertici della gerarchia cattolica, odiato e ostentatamente ignorato da altri.
Secondo l'autrice è «la prima chiarissima denuncia delle radici del processo intenzionale di scristianizzazione iniziato con l'illuminismo, continuato con il marxismo e il nazismo e culminato con lo scientismo e il nichilismo contemporaneo».
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