Furto in carcere. Rubata la cassaforte del bar

Sparito il forziere con al suo interno 8mila euro

Furto in carcere. Rubata la cassaforte del bar

Furto nella casa circondariale di Cà del Ferro di Cremona. Un’intera cassaforte è sparita dal bar degli agenti. Al suo interno vi erano 8mila euro. La Procura sta indagando da qualche giorno su questa particolare sparizione. Già, perché non è un furto qualsiasi, il bar in questione si trova all’interno del carcere e l’accesso sarebbe consentito solo al personale di polizia penitenziaria e ai civili con autorizzazione. Gli agenti stanno esaminando ogni possibile indizio e tutti i filmati del sistema di videosorveglianza sono al vaglio degli inquirenti. La cassaforte era a parete e i ganci che la sostenevano sono stati divelti. Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, ha chiesto che le indagini in corso possano essere chiuse nel più breve tempo possibile, sostenendo che l’autore del furto debba essere assicurato alla giustizia al più presto. “Nel nostro corpo di polizia, di mele marce non ne vogliamo” ha sottolineato Capece. Al momento non vi sono molti indizi che facciano presupporre una soluzione veloce del caso. Tutti possono essere sospettati. Che il carcere fosse anche in una situazione non particolarmente facile era risaputo nell’ambiente.“Al sovraffollamento si aggiungono molti detenuti stranieri che non rispettano le regole e spesso sono violenti, la carenza di organico e la demotivazione del personale che si sente abbandonato a se stesso” ha spiegato Capece.

E snocciola il problema in fatto di soldoni. Un detenuto che lavora nel carcere come cuoco per circa 6 ore al giorno arriva a mettere da parte 1500 euro. Un agente arriva a 1300. Per riuscire a raggiungere lo stipendio del carcerato deve fare molti straordinari e lavorare anche nel fine settimana. Considerando poi che essere un agente penitenziario non deve essere un lavoro facile, e che lavorare a stretto contatto con detenuti può essere complicato.

Senza tener conto del clima spesso teso che vi può essere in un simile ambiente. Inoltre la casa circondariale di Cremona avrebbe anche problemi strutturali come sottolinea Capece “quando piove ci sono pesanti infiltrazioni”. Situazione difficile per una struttura con soli 10 anni di vita.

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