Una sentenza-choc che finirà inevitabilmente per far discutere a lungo quella della corte di Cassazione. Gli ermellini hanno fatto scarcerare un pusher, beccato fra i vicoli del centro storico di Genova dalla polizia che lo aveva pizzicato con 12 involucri di cocaina. Quasi un anno fa i giudici del tribunale del Riesame di Genova avevano invece respinto la richiesta di scarcerazione per lieve entità del fatto presentata dall'avvocato dello spacciatore, un cittadino senegalese.
La liberazione dell'africano è avvenuta dopo che la Cassazione ha dichiarato che il luogo dove è avvenuto lo spaccio, i vicoli, non può essere considerata un'aggravante. Secondo i giudici della Suprema Corte infatti "La conformazione dei vicoli del centro storico di Genova può agevolare l'arresto di uno spacciatore perché consente di fare ricorso a molteplici soluzioni stradali e non sempre agevola la vendita di droga". Il giudice - continuano gli ermellini - "dovrà valutare caso per caso perché non sempre i carruggi favoriscono la fuga del malvivente ma anzi potrebbero essere uno strumento agli investigatori che, conoscendo le strade possono sapere come dislocarsi per bloccare le vie di fuga da precludere le vie di salvezza".
La Uil sicurezza, mediante un comunicato firmato dal segretario nazionale Clemente Manzo, commenta con durezza la decisione dei giudici di non considerare i vicoli un'aggravante, come fatto invece dai tribunali che li avevano preceduti: "A nostro avviso è gravissimo che uno spacciatore sia stato rilasciato poiché l’aggravante è decaduta in quanto per la conformazione toponomastica è per le forze di polizia garanzia per poter con maggiore facilità assicurare la gente di malaffare nelle mani della giustizia". Noi della Uil Sicurezza – prosegue il comunicato -, siamo a dir poco scandalizzati e vorremmo conoscere le ragioni della surreale decisione. I vicoli non possono e non devono essere considerate attenuanti o diventare motivo di scarcerazione poiché non sono luoghi in cui è facile fare il nostro lavoro, anche per chi li conosce palmo a palmo, come gli spacciatori.
Una sentenza come questa, - conclude Manzo - può aprire le strade ad una nuova frontiera interpretativa delle norme alla quale ogni spacciatore o criminale potrà far ricorso per difendersi dalle proprie malefatte, garantendo così il proliferare si spaccio".
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