Stretta del Comune di Genova su quegli esercizi commerciali ritenuti non decorosi, e banditi dal centro cittadino: si fa riferimento a tutte quelle attività tipo money transfer, centri massaggi, call center/internet point o rivenditori di kebab, che già erano state vietate in precedenza in altre città come Firenze o Padova.
Regole più rigide, dunque, per il cosiddetto “commercio etnico”, che sarà bandito dalle vie del centro storico del capoluogo ligure: per poter aprire un’attività dovrà infatti esser certificata un’offerta commerciale di qualità. Il provvedimento è stato approvato grazie ad una seduta straoridinaria del Consiglio Comunale, che arriva dopo un accordo stretto proprio tra Comune, Regione e Camera di Commercio.
“È un provvedimento per qualificare e rivitalizzare il centro storico", dice l’Assessore leghista Paola Bordilli sulle pagine de “Il Secolo XIX”, che aveva visto inizialmente bloccare la delibera per problematiche avanzate da alcuni colleghi circa la presunta incompatibilità con le normative previste sulla concorrenza, sia quelle nazionali che quelle comunitarie.
Ora l’applicazione del decreto si sposta più a “ponente”, nella zona di Sampierdarena: qui, in collaborazione con la Soprintendenza, si cercano di individuare le aree di maggior pregio più adatte per imporre suddette limitazioni con l’applicazione della Legge Madia. È la stessa Bordilli, sul medesimo quotidiano, ad annunciare dei passi avanti in tal senso: “È un progetto ancora in fase iniziale ma a cui stiamo già lavorando dopo l’intesa sul centro storico.
Ne ho parlato in commissione e abbiamo già iniziato a confrontarci con la Soprintendenza per individuare l’area entro cui inserire vincoli simili a quelli introdotti per il centro storico. A Sampierdarena ci sono le ville storiche che danno la possibilità di intervenire sul decoro limitando alcune attività commerciali”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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