A Giarre, in Sicilia, è stato commesso un clamoroso furto di armi e di munizioni in un luogo che, in teoria, dovrebbe essere abbastanza al sicuro da azioni di questo tipo: il comando della Polizia Municipale.
Secondo le prime ricostruzioni investigative, degli ignoti si sarebbero barricati, nella notte tra il 25 e il 26 gennaio, all'interno del Palazzo Municipale della cittadina etnea e, indisturbati, dopo avere sigillato con del fil di ferro il portone del principale edificio amministrativo comunale, hanno forzato la porta d’ingresso dell'ufficio del locale comandante della Polizia Municipale, ubicato al piano terra del palazzo di via Callipoli.
Una volta dentro la stanza i ladri, che avevano disattivato l’impianto elettrico, hanno messo a soqquadro tutto e, alle spalle della scrivania dell'ufficiale, dietro ad un grosso quadro, hanno trovato una cassaforte a muro che, dopo avere disattivato l’allarme posto a protezione della cassetta di sicurezza, hanno aperto attraverso l'utilizzo di una fiamma ossidrica.
I rapinatori hanno trafugato le armi in dotazione agli Agenti della Polizia Municipale che ivi erano custodite e, secondo le prime informazioni, hanno portato via ben tredici pistole tutte cariche, calibro 7.65 e calibro 9×21, e una grande quantità di munizioni, ben 364, appartenenti ad agenti andati in pensione o recentemente deceduti.
Attualmente il Palazzo Municipale è ancora chiuso in quanto sono ancora in corso le indagine dei carabinieri della Compagnia di Giarre e della Sezione Investigazioni Scientifiche del comando provinciale di Catania, che stanno procedendo a tutti i rilievi possibili.
Il sindaco di questa cittadina della Sicilia di quasi 28 mila abitanti, Angelo D'Anna, in carica dal 20 giugno 2016 ed espressione della lista civica Città Viva, è stato sorpreso dalla notizia mentre si trovava ad una iniziativa già prevista nell'ambito della "Giornata della Memoria" (un incontro con Franco Perlasca, il figlio del celebre Giorgio che, nell'inverno del 1944, fingendosi Console generale spagnolo, salvò dalla morte e dalla deportazione ben 5 mila ebrei ungheresi).
D'Anna ha commentato sul sito web comunale spiegando che "è stato commesso un atto delinquenziale gravissimo con furto di armi che da strumenti di difesa dei cittadini potrebbero diventare strumenti di offesa.
L’azione è grave anche perché è stata violata la casa del Comune che appartiene a tutti ed è aperta a tutti. Ritengo che bisogna promuovere tutte le iniziative per ridurre la divaricazione tra il Cittadino e le istituzioni tra le quali ricomprendere anche un incontro pubblico per un confronto sui temi della sicurezza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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