Giorgia Meloni: "Non vaccino mia figlia, non è una religione"

Giorgia Meloni ha ribadito di non voler far somministrare il vaccino contro il coronavirus a sua figlia di 5 anni: "Valuto i rischi e i benefici"

Giorgia Meloni: "Non vaccino mia figlia, non è una religione"

Giorgia Meloni, intervistata da Massimo Gianni per lastampa.it, ha negato ogni possibilità di vaccinare sua figlia contro il coronavirus. La bambina, seppure per pochi mesi, rientra nella fascia di vaccinazione pediatrica, avendo compiuto 5 anni lo scorso settembre. Non ci sono obblighi di vaccino o di Green pass per gli under12 e sono tanti quelli che hanno preso la stessa strada di Giorgia Meloni, scegliendo di non effettuare la somministrazione vaccinale ai bambini over5.

"Non vaccino mia figlia, perché il vaccino non è una religione, ma una medicina, quindi valuto il rapporto rischi-beneficio", ha detto Giorgia Meloni a Massimo Giannini. La leader di Fratelli d'Italia ha poi aggiunto: "Le possibilità che un ragazzo muoia di Covid sono le stesse che muoia colpito da un fulmine". Un concetto già ribadito in altre occasioni da Giorgia Meloni, che invece ha scelto di vaccinarsi. "Io ho una bimba di 5 anni, io sono una persona che guarda i dati empirici. Sulla vaccinazione covid di mia figlia vado molto cauta", aveva detto lo scorso dicembre Giorgia Meloni intervenendo nel programma di Rete4 Dritto e Rovescio pochi giorni dopo l'approvazione da parte di Aifa del vaccino pediatrico.

"Mentre ho chiamato mia madre per vaccinarsi, perché è una persona ad alto rischio. Diverso il ragionamento su un bambino di 5 anni. Se guardiamo i dati, scopriamo che tra 0 e 19 anni il rischio di mortalità da Covid è dello 0,01%, dato dell'Iss", spiegò ancora in quella circostanza la leader di Fratelli d'Italia.

Intanto si discute anche della possibilità di somministrare il vaccino anche nei bambini di età inferiore ai 5 anni. La Fda ha già dato il suo parere positivo alla sperimentazione, sottolineando che il vaccino prodotto da Pfizer verrà sottoposto a un doppio test, seguendo la stessa procedura adottata per dare via libera al vaccino per gli adulti. Il via libera negli stati Uniti dovrebbe arrivare entro fine mese anche per gli under5. Negli Usa si arriverà ad avere la perfetta sovrapposizione della platea vaccinabile con quella della popolazione totale. Tutto questo nonostante ci sia molto scetticismo da parte dei genitori, che negli Usa hanno finora vaccinato solo il 22% dei bambini tra i 5 e gli 11 anni.

Sembra essere diverso, invece, l'approccio per il vaccino under5 nel nostro Paese e in Europa: "Dipende da alcune variabili, prima tra tutte la circolazione del virus in quella fascia d'età. L'orientamento attuale dell'Ema fa pensare ad un vaccino 'emergenziale', per i bambini fragili, in condizioni di vulnerabilità, magari nati da mamme non vaccinate ma è bene comunque avere lo strumento pronto nel cassetto.

Difficile che si opti per un vaccino di massa, l'Ema è molto cauta e ogni decisione verrà presa sulla base dei dati oggettivi e della situazione europea". Così ha spiegato Guido Rasi, ex direttore generale dell'Ema e consulente del commissario straordinario Figliuolo, intervenendo ad Agorà, su Rai3.

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