Ci sono ancora i testimoni diretti di quella barbarie, ma per ovvie ragioni anagrafiche sono sempre meno. La loro preziosa testimonianza ci aiuta a non dimenticare. Come ogni anno il 27 gennaio viene ricordata la tragedia degli ebrei uccisi nei campi di sterminio. Una tragedia avvenuta mettendo in pratica un preciso disegno criminale teso a sterminare un popolo sulla base dell'appartenenza religiosa. Ma non solo. A morire in quei terribili campi di concentramento, com'è noto, non furono solo gli ebrei.
La Giornata della memoria serve a non dimenticare, perché farlo vorrebbe dire uccidere una seconda volta quelle povere vittime. Oggi più di 80 sopravvissuti si sono riuniti ad Auschwitz. "Questo posto - ha detto il presidente polacco Andrzej Duda - era e resta un tragico avvertimento per quello che può succedere quando il diritto internazionale viene violato e la comunità internazionale non reagisce". I sopravvissuti hanno disposto corone di fiori a ridosso del muro della morte di Auschwitz, dove si tenevano le esecuzioni di massa. "Dobbiamo lottare per la pace e per la solidarietà affinchè tutto ciò non si ripeta. Questo è il mio obiettivo ed è il motivo per cui vengo qui ogni anno", ha detto un ex prigioniero, Eugeniusz Dabrowski. Asher Aud, un sopravvissuto israeliano di 86 anni, ha sottolineato l'importanza della memoria e della lezione della storia: "Continuiamo a ricordare, tramandiamo la memoria di quanto accaduto alle future generazioni."
Mattarella: Auschwitz ci fa guardare dentro l'abisso
"Ad Auschwitz-Birkenau - ricorda il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella - i soldati russi trovarono soltanto, se così si può dire, 7 mila prigionieri, malati e ormai allo stremo, lasciati lì a morire dai nazisti in fuga. Ma all’interno di quel campo spettrale e sconfinato, delimitato da torrette e reticolati elettrificati, trovarono la più grande, moderna ed efficiente macchina dimorte mai concepita nella storia dell’uomo". Dalle parole del Capo dello Stato emerge una attenta ricostruzione storica: "Il 27 gennaio di 71 anni fa - ricorda - l’esercito russo abbatteva i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz. Non era ancora la fine della guerra. E nemmeno la fine delle persecuzioni, delle sofferenze, delle uccisioni di massa. La maggior parte dei detenuti, circa ottantamila, erano stati trasferiti, con un’ulteriore tappa di crudele accanimento persecutorio, le terribili marce della morte. Auschwitz - prosegue Mattarella - con i suoi reticolati, le camere a gas, le baracche, i forni crematori non ci abbandona. Al contrario, ci interpella costantemente, ci costringe ogni volta a tornare sul ciglio dell’abisso e a guardarvi dentro, con gli occhi e la mente pieni di dolore e di rivolta morale".
In un passaggio del suo discorso Mattarella ha parlato dei rischi di oggi: "L’Europa manifesta affanno di fronte asfide nuove ed impegnative. Ma la nostra storia, la Shoah ci dicono che il nazionalismo di ritorno non ci proteggerà dalle nuove insidie. È un’illusione alzare muri e ricercare negli Stati nazionale un’inverosimile sovranità perduta. I nazionalismi - ha detto - generano diffidenza, rivalità crescenti, contrapposizioni, ostilità: una china pericolosa che abbiamo vissuto nel novecento e alla quali statisti illuminati hanno contrapposto l’integrazione europea. È allarmante che tutto questo rischi di appannarsi in Europa, nella sensibilità e nell’agenda di alcuni governi".
Renzi: "Mai più"
Su Twitter e Facebook il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, pubblica una foto che lo ritrae durante una sua visita in un campo di concentramento: "Ricordo i viaggi ad Auschwitz con Nedo e gli studenti. MAI più!".
Berlusconi: tutelare i diritti dei fratelli ebrei
"A 71 anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz - scrive in una nota Silvio Berlusconi - ricordare il passato è necessario ma non sufficiente di fronte ad un antisemitismo che si ripresenta al mondo sotto altre vesti, ma con le stesse odiose finalità. Anche nel 2015, purtroppo, abbiamo assistito a gravissimi episodi di antisemitismo e di antisionismo. Penso all’orribile attentato all’Hyper Cacher di Parigi e agli accoltellamenti contro civili inermi in Israele e in Francia e addirittura a Milano, in viale San Gimignano". "Un episodio, quest’ultimo, avvenuto sotto la casa di una donna che, durante la Seconda guerra mondiale, su un treno, incinta di 8 mesi mettendo in gioco la sua vita salvò una ragazza ebrea sfidando un ufficiale tedesco che voleva portarla via per destinarla a un campo di sterminio. Quella donna era mia madre - ricorda -. Quel coraggio e quella certezza di agire secondo giustizia dovrebbero stare anche oggi alla base delle nostre azioni se non vogliamo che il contrasto all’antisemitismo si trasformi in un mero esercizio retorico di facciata".
"Vedo invece, troppo spesso - prosegue Berlusconi - una mancanza di coraggio mascherata da politically correct e diluita tra mille distinguo. Ma non si può discutere il diritto dei nostri 'fratelli' ebrei ad essere pienamente loro stessi, a vivere in pace e sicurezza, in qualsiasi paese del mondo: in Italia come in Francia, negli Stati Uniti come in Israele. Se non difendiamo questo principio, rendiamo vano il sacrificio di quelle vittime che oggi diciamo di voler ricordare e dei tanti non ebrei che, come mia madre, con gesti più o meno grandi, si sono opposti alla barbarie del nazismo". Il leader di Forza Italia aggiunge che "in un momento storico in cui nuove ideologie, come quelle del terrorismo islamico, ripropongono messaggi di distruzione, è nostro dovere rimarcare ed evidenziare in tutti i modi possibili quali tragiche conseguenze comportano queste ideologie di morte. Non per inscenare vuote celebrazioni, bensì per difendere ancora una volta la nostra civiltà dalla barbarie".
Gattegna: il mondo non è più stato lo stesso
Renzo Gattegna, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane, nel suo intervento al Quirinale ha ricordato che "gli orrori compiuti nei lager, ai quali si è arrivati anche a causa di gravissime responsabilità italiane, che ancora oggi spesso si finge di ignorare o si cerca maldestramente di minimizzare, rappresentano la caduta nel baratro della condizione umana e la negazione di ogni diritto fondamentale. Dopo Auschwitz, il mondo non è stato più lo stesso. Sappiamo infatti - continua Gattegna - che è dalle macerie dei lager e dal ricordo degli orrori che vi furono compiuti, che è nata e si è rafforzata la sfida di costruire una nuova Europa. Un'Europa finalmente libera e democratica, così come è l'Italia da quando, nel 1948, è entrata in vigore la Costituzione repubblicana. Tenere viva la memoria significa ricordare ciò che è stato e attualizzarne la lezione, nel tentativo di comprendere il presente e costruire un futuro quanto più possibile coerente con ciò che immaginavano i lungimiranti padri fondatori del grande sogno europeo. È un patrimonio di valori straordinario quello che siamo chiamati a custodire e a rafforzare. Se non saremo all'altezza di questa missione, corriamo rischio di vedere vanificate tutte le conquiste raggiunte ed ereditate anche nel solco di ciò che accadde solo poco più di 70 anni fa".
In Germania arrestati due negazionisti
La polizia tedesca ha arrestato due persone durante un blitz contro un gruppo di estrema destra sospettato di utilizzare la rete per incitare alla violenza contro gli stranieri, diffondere
propaganda nazista e negare l'Olocausto. La procura ha spiegato che all'operazione hanno preso parte circa 60 poliziotti e investigatori con decine di perquisizione in abitazioni in quattro stati tedeschi e una in Spagna.
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