È detenuto da più di 100 giorni in un carcere inglese, ma il giovane 18enne di Mondovì (Cuneo) protagonista della vicenda sarebbe vittima di un errore giudiziario. Per questo la sua famiglia, dopo quasi quattro mesi dall'arresto in Inghilterra, ha deciso di chiedere l'aiuto del Governo. "L'Italia intervenga per tutelare un concittadino vittima di ingiusta detenzione. E per di più sequestrato dagli aguzzini, che lo hanno costretto a lavorare in una fabbrica di stupefacenti", si legge nella lettera che l'avvocato della famiglia ha inviato al premier Giuseppe Conte, al ministro della Giustizia e alla Farnesina.
I fatti
Ma facciamo un passo indietro per ricostruire quanto accaduto. A gennaio 2018, il govane si trasferisce in Ighilterra, a Londra, dove trova lavoro in un'impresa edile. Chiuso il cantiere, si mette subito alla ricerca di un nuovo impiego. E così, alla fine dello scorso giugno, il ragazzo riceve la telefonata di un uomo con accento turco che gli dà appuntamento per un lavoro fuori città.
Come spiega La Stampa, da quel momento per il giovane inizia un incubo. Il ragazzo viene portato in un opificio nella contea di Norfolk (a nord est di Londra), dove è nascosta una piantagione di cannabis. Lì i trafficanti lo maltrattano, gli sequestrano il cellulare e lo tengono prigioniero.
Passano i giorni e il ragazzo, insieme ad altri coetanei, è costretto a lavorare per gli spacciatori. Poi la svolta: il 16 luglio scorso le forze dell'ordine fanno irruzione nello stabile e arrestano non solo i trafficanti, ma anche il giovane italiano. Il ragazzo (la cui identità non è stata rivelata per tutelare la sua privacy) viene portato in carcere "con l'infamante e ingiusto capo di imputazione per aver prodotto un quantitativo di cannabis, droga di classe B, in violazione della legge inglese", ha spiegato l'avvocato Enrico Martinetti al quotidiano.
L'appello al Governo
Così la famiglia, sempre più preoccupata e angosciata, ha deciso di lanciare un appello al Governo per cercare di trovare al più presto una soluzione.
"Sconcerta che il nostro concittadino (incensurato e in assenza di altre pendenze di sorta sia in Italia sia in Inghilterra che altrove) - si legge - possa essere indebitamente trattenuto in stato di detenzione da oltre 100 giorni in attesa del processo che non sarà celebrato prima del mese di gennaio 2020". Ora non resta che aspettare una risposta per far luce sul caso.
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