La baby nuotatrice: "Spinta in camera e violentata dal mio allenatore"

L’allora 14enne è stata ascoltata dai giudici alla presenza di uno psicologo in sede di incidente probatorio. L’istruttore: “L’ho solo richiamata perché faceva baccano”

La baby nuotatrice: "Spinta in camera e violentata dal mio allenatore"

È trascorso un anno da quando una giovanissima nuotatrice di Udine, allora 14enne, ha accusato di molestie sessuali il suo allenatore, un ex atleta di 26 anni che fa parte della Federnuoto del Friuli Venezia Giulia. La ragazza, a distanza di dodici mesi, è stata ascoltata dai giudici alla presenza di uno psicologo e ha ribadito di aver subito violenza. In sede di incidente probatorio, la nuotatrice ha raccontato la sua versione dei fatti, confermando la dichiarazione rilasciata alle forze dell’ordine il giorno in cui ha deciso di denunciare l’istruttore. L’episodio sarebbe accaduto a Roma, dove la squadra di nuoto si era recata per delle gare nazionali. La giovane ha detto che l’allenatore le aveva chiesto di parlare in privato della competizione e lei si era fidata, poiché spesso capitava che gli istruttori si intrattenevano con le ragazze per dare loro consigli e per spronarle. In più, lei conosceva il 26enne da molto tempo e non aveva modo di temere nulla.

Il racconto della nuotatrice

I fatti, però, secondo l’accusatrice, si sarebbero svolti in maniera diametralmente opposta. Dopo aver approcciato parlando della gara, l’uomo si sarebbe spinto oltre. “Mi ha fatto domande intime – ha raccontato l’atleta – mi ha spinta sul letto e mi ha messo le mani addosso”. Accuse molto gravi che dovranno essere confermate in tribunale. La giovane, in videoconferenza da Udine con i magistrati di Roma ha ricostruito in maniera dettagliata l’incubo vissuto nella stanza d’albergo, sito in zona Prati. L’allenatore le avrebbe prima chiesto cosa facesse quando era in intimità con il suo fidanzato e poi si sarebbe approfittato di lei spingendola sul letto e cercando di toglierle i vestiti.

La difesa dei legali dell'istruttore

A quel punto la nuotatrice, in lacrime, una volta riuscita a divincolarsi, sarebbe scappata via sconvolta. Solo dopo qualche giorno la ragazza è riuscita a raccontare quello che era accaduto ai genitori, i quali l’hanno accompagnata in caserma a Udine per sporgere denuncia nei confronti dell’istruttore. Da parte sua, come riporta il quotidiano Il Messaggero, l’allenatore respinge con forza le accuse della giovane. La sua versione dei fatti è completamente diversa. Il 26enne ha dichiarato che l’atleta era molto indisciplinata e che lui l’aveva richiamata all’ordine dato che stava facendo troppo baccano nei corridoi dell’albergo.

In più, non si impegnava abbastanza negli allenamenti. Insomma, i legali dell’istruttore fanno intendere che la nuotatrice lo avrebbe accusato per ripicca e ribadiscono l’innocenza del loro assistito, il quale non avrebbe commesso alcun abuso.

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