Un giudice, che aveva assolto tre gestori di un impianto sciistico, accusati di omicidio colposo per la morte di un ragazzo, ora risulta essere, nel tempo libero, maestro di sci proprio in quel comprensorio.
La tragica vicenda risale a gennaio del 2012, quando Edoardo Sigismondi, un ragazzo di 22 anni era andato a sbattere contro un cannone innevatore, senza protezione, mentre sciava sulla pista di Ovindoli. Il giovane era morto sul colpo. La procura di Avezzano aveva indagato sul caso, mettendo in luce "la mancata adozione delle misure di sicurezza adeguate per proteggere gli sciatori che usufruivano dell’impianto", come ricorda il Corriere della Sera. Per questo, i dirigenti Giancarlo e Massimiliano Bartolotti e il respondabile della sicurezza Mauro Scipioni erano stati indagati per omicidio colposo.
I tre imprenditori erano stati assolti dal giudice, l'allora presidente di sezione del tribunale di Avezzano, Stefano Venturini. Il giudice, infatti, aveva chiesto un'altra perizia sulla morte del giovane, affidata a un suo compagno di scuola, che aveva tratto una conclusione diversa da quella dell'accusa. Secondo il perito, infatti, Edoardo sarebbe morto per aver sbattutto la testa non contro il cannone, ma contro la pista ghiacciata.
Venturini, però, nell'assolvere i gestori, non avrebbe tenuto conto di due testimonianze fondamentali: quella di Davide Palimieri, uno sciatore che esclude senza ogni dubbio che "la neve potesse essere ghiacciata" e quella di un'amica di Edoardo, che lo soccorse immediatamente e riferì di aver notato sangue uscire dal naso e dall'orecchio dell'amico, subito dopo l'impatto col cannone. Ciò significa che il ragazzo è morto "solo dopo l'impatto con l'asta sparaneve" e non a seguito dello scontro col suolo, avvenuto prima.
La procura, quindi, fa ricorso e nel frattempo emerge un particolare sconcertante: il giudice che ha assolto gli imputati, durante il tempo libero, insegna a sciare in quello stesso impianto. Venuto a conoscenza di tale circostanza, Giuliano Sigismondi, padre del ragazzo, ha presentato al Consiglio superiore della Magistratura (Csm) un esposto, nel quale viene ripercorsa la vicenda e le conclusioni di Venturini. Sigismondi, nel documento, chiede come sia possibile "che il giudice non non fosse direttamente interessato affinché il buon nome, l’onorabilità e la sicurezza delle piste sciistiche di Ovindoli, non fossero coinvolte da un provvedimento di condanna degli imputati/proprietari/dirigenti di tale strutture", dato che lui stesso è maestro di sci in quel comprensorio.
La sensazione che si ricava dalle decisioni è che il giudice avrebbe dovuto astenersi dalla decisione, perché implicato in un conflitto di interessi.La domanda del padre della vittima è stata presentata l'estate scorsa al Csm, che ha aperto un fascicolo in merito e avviato gli approfondimenti necessari. Ma, dopo dieci mesi, manca ancora una risposta.
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