Dopo Goro, anche a Bitonto scoppia una rivolta anti-migranti

A San Giuliano di Puglia proteste per l'arrivo degli immigrati nelle casette in legno costruite dopo il terremoto del 2002: "Così non va bene"

Dopo Goro, anche a Bitonto scoppia una rivolta anti-migranti

La protesta contro i profughi divampa da Nord a Sud, infiammando lo Stivale. Dopo Gorino, la frazione nel paese ferrarese di Goro dove gli abitanti hanno respinto i richiedenti asilo con barricate per le strade, anche in Puglia scoppia un nuovo caso di rivolta contro i migranti in arrivo nei centri medi e piccoli.

Questa volta è Palombaio, frazione di Bitonto, a finire nell'occhio del ciclone. In questo paese di tremila anime in provincia di Bari sarebbero dovuti arrivare ventisette migranti: ma come spiega il Fatto Quotidiano, la coop responsabile dell'accoglienza ha rinunciato ad ospitare i migranti dopo le proteste di sindaco e cittadini.

"Non vogliamo essere chiamati razzisti, non è questo il punto – spiega una signora del luogo– è una questione di sicurezza, lei le ha mai viste le istituzioni qui? Siamo pochi noi, loro diventeranno tanti – racconta una donna -, non c’è una guardia medica, non c’è una farmacia, qui a Palombaio non c’è nulla per noi, figuriamoci per loro”.

Anche il sindaco di Bitonto Michele Abbaticchio ha bloccato il progetto di accoglienza in una villetta a due piani per presunte irregolarità procedurali - che però vengono smentite dalla coop interessata. Che dal canto suo spiega di "non sentirsela di continuare in questo clima", preferendo trovare una sistemazione alternativa in un altro paese.

Nella vicina San Giuliano di Puglia ha fatto scalpore anche il trasferimento di cinquecento migranti nelle casette in legno costruite

dopo il terremoto del 2002. I moduli costruiti quattordici anni fa dalla Protezione Civile sono attualmente abbandonati, ma la ditta che ha vinto il bando per ospitare i migranti dovrebbe rimetterle a nuovo.

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