Il governo chiede 2 miliardi. Ma Autostrade dà 500 milioni

Concluso il primo Cda dopo il disastro di Genova. Autostrade conferma il ponte nuovo. Ma prende tempo sulla revoca

Il governo chiede 2 miliardi. Ma Autostrade dà 500 milioni

Autostrade prende tempo sulla revoca della concessione, delibera gli interventi per 500 milioni euro per far fronte alle emergenze di Genova e conferma la volontà di ricostruire il ponte sulla A10 con "risorse proprie" entro otto mesi da quando arriveranno le autorizzazioni.

Si è riunito oggi il Cda di Autostrade dopo il drammatico crollo del viadotto Morandi. I Consiglio, scrive in una nota la società, "ha osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime e ha espresso sentito cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime, alle istituzioni e all'intera comunità di Genova".

Il Cda ha preso alcune decisioni, tutte in linea con quanto dichiarato dall'amministratore delegato nella conferenza stampa dei giorni scorsi. E nonostante oggi il presidente del Consiglio Giuseppe Conte abbia chiesto ad Autostrade più di quanto promesso ("L'offerta potrebbero intanto quadruplicarla o quintuplicarla"), la società conferma gli impegni economici già annunciati. "In attesa degli esiti degli accertamenti in corso - si legge nella nota - il Consiglio ha condiviso una prima lista di iniziative (per una stima preliminare di 500 milioni di euro - finanziati con mezzi propri)". Nel dettaglio, è stato deciso un "supporto alle famiglie colpite dalla tragedia": alle famiglie delle vittime e agli sfollati, andrà un "fondo per soddisfare le prime esigenze". Poi è stato proposto al Comune di Genova l'istituzione di "un Fondo sociale di alcuni milioni di euro - che sarebbe gestito dal Comune stesso - da destinare in aiuto alle famiglie delle vittime, indipendentemente da eventuali indennizzi o risarcimenti futuri". Di cifre, al momento, non si parla.

Sul ponte, invece, la linea non cambia. "Autostrade per l'Italia sta proseguendo le attività di progettazione per la ricostruzione del ponte Morandi - si legge nella nota - Il progetto (per il quale Autostrade sta coordinando a Genova un gruppo di imprese, esecutori e progettisti anche di livello internazionale) prevede la demolizione delle attuali strutture rimaste del ponte sul Polcevera e la ricostruzione del ponte in acciaio secondo le più moderne tecnologie ad oggi disponibili in un periodo stimato di 8 mesi, a decorrere dall'ottenimento delle necessarie autorizzazioni". Ora dunque la palla passa a governo, regione e Comune. Per l'abbattimento del moncone rimasto in piedi la procura ha già dato il via libera nel caso fosse necessario, nonostante il sequestro disposto per le indagini.

Intanto, però, Genova dovrà fare i conti con un problema non indifferente per il traffico. Autostrade e il Comune hanno studiato dei progetti per alleviare il "dolore" in attesa del nuovo ponte. Si tratta della creazione di "un asse viario sul lato destro del torrente Polcevera, una rotonda per facilitare l'ingresso al porto, la messa in sicurezza di un viadotto di proprietà demaniale di accesso al casello di Genova Aeroporto, un percorso riservato ai mezzi pesanti sulle aree Ilva". Confermata anche la sospensione del pedaggio, "con effetto retroattivo a partire dal 14 agosto e fino alla completa ricostruzione del ponte sul Polcevera", per il transito in autostrada.

Resta però ancora aperta una partita. Forse la più importante. Il governo ha infatti avviato l'iter per la revoca della concessione.

Ma su questo punto, il più spinoso, il Cda ha deciso di non decidere. E di rinviare il tutto, dopo aver preso atto della lettera ricevuta dal Ministero dei trasporti, a quando il Cda "verrà riconvocato in tempo utile per fornire e deliberare un adeguato riscontro alle stesse".

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