In certi casi, i film con figure criminali come protagonisti "si trasformano in veri e propri inni". A dirlo, in un’intervista a Qn all’indomani delle foto di un esponente del clan Spada con gli attori protagonisti di Suburra, è il procuratore aggiunto a Reggio Calabria Nicola Gratteri, che cita l’esempio del Padrino, dove c’è "un immaginario falso perchè la storia è totalmente inventata, eppure attrae e affascina. E nel mondo l’idea che hanno della mafia è quella che esce dal Padrino".
Il procuratore sottolinea come la realtà sia ben diversa: "Queste serie raccontano un mondo organizzato sulle regole criminali, sull’onore, sul coraggio, anzi sul non avere paura, sull’invincibilità. E invece la realtà delle organizzazioni mafiose è tutt’altra. I mafiosi sono dei vigliacchi, sparano alle spalle, non hanno onore, non hanno regole e non hanno nemmeno coraggio".
Raccontarli in questo modo.
aggiunge, "significherebbe raccontare la realtà nuda e cruda. E anche la codardia di questi personaggi. Si banalizzerebbe la loro violenza e probabilmente nessuno andrebbe a vedere questi film. Mi auguro Che si studi di più e si legga anche di più".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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