"Mio figlio è su tutti i giornali come uno stupratore seriale". Inizia così il video delirante di Beppe Grillo in difesa del figlio. Un minuto e 40 secondi di dramma, di maschilismo, di gravissimi errori, di condanne e di sessismo. Dal 19 aprile - giorno della pubblicazione di quel terribile filmato - tutti o quasi hanno commentato, scritto e analizzato quanto detto dal comico. E se da una parte c'è chi vede solo un padre disperato per le sorti del figlio, dall'altra c'è chi è disgustato dall'attacco senza riserve alla giovane che ha denunciato.
I fatti ricostruiti dall'accusa. Nella notte tra il 15 e il 16 luglio del 2019, Ciro e tre amici trascorrono la serata al Billionaire (famosa discoteca della Costa Smeralda, ndr). Poi, quasi all'alba, lasciano il locale con due ragazze e vanno nella casa di Beppe Grillo. Da quel momento l'inferno. Violenze, foto, video, alcol, stupro. Ciro e i tre amici sono indagati dalla procura di Tempio Pausania (provincia di Sassari) per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una coetanea conosciuta in vacanza. L'italo-svedese ha denunciato il fatto otto giorni dopo averlo subito. E su questo il comico si incista e nel filmato si cimenta in un'arringa difensiva surreale.
La ragazza dopo la violenza va al mare
"Non è vero che c'è stato lo stupro - dice urlando come un ossesso -. Perché una persona che viene stuprata alla mattina, al pomeriggio va in kitesurf e dopo 8 giorni fa la denuncia vi è sembrato strano? Bene, è strano. Poi non è un avvocato che parla o io che difendo il figlio, c'è un video. Passaggio per passaggio. Si vede che c'è la consenzialità, si vede che c'è il gruppo che ride, che sono dei ragazzi di 19 anni che si stanno divertendo, che sono in mutande e saltellano con il pisello così (di fuori, ndr) perché sono quattro coglioni. Non quattro stupratori. Io sono stufo perché sono due anni. E se dovete arrestare mio figlio perché non ha fatto niente, arrestate me. Ci vado io in galera". Cala il sipario, il video finisce. Inizia la polemica.
Tutti gli errori commessi da Grillo nel video sono già stati ampiamente esposti. Ora ci interessa soffermaci sul trattamento riservato alla presunta vittima (come del resto il figlio del comico è a tutti gli effetti un presunto colpevole). Come può permettersi un uomo di pronunciare certe frasi? Come può permettersi di mettere in discussione la denuncia della ragazza perché dopo qualche ora dalla violenza è andata in spiaggia? Come può permettersi di stare a sindacare come una donna debba elaborare il proprio dolore? Ma soprattutto, come può permettersi di dire che la denuncia è arrivata solo 8 giorni dopo? Grillo, il codice rosso non le dice nulla?!?
Grillo sbrocca e accusa la vittima
Vedere sbroccare il garante del M5S nel ruolo di padre può anche avere un senso. Ma è vergognoso il tentativo di far passare la presunta vittima dall'altra parte della barricata. È disarmante vedere come in un minuto e 40 secondi di video, Grillo non abbia mai speso mezza parola di conforto nei riguardi della giovane. Anzi, arriva al punto di dipingerla come una ballista e forse anche una un po' "facilona".
Non può passare il messaggio: hanno bevuto, si stavano divertendo (discutibile pure il gioco di andare con il pisello a penzoloni), hanno fatto sesso, lei poi si è svegliata e ha denunciato. Grillo non sa cosa prova una donna quando si sente violata. Grillo e chiunque colpevolizzi le vittime di violenza non sanno quanto sia difficile denunciare. Ci possono volere giorni o anche mesi. Addirittura anni.
Il procuratore aggiunto di Palermo, Laura Vaccaro, ha speso alcune parole per spiegare che "nella mia lunga esperienza ho conosciuto donne che hanno avuto bisogno anche di anni per riconoscere a se stesse, e poi ad un magistrato, di essere state vittime di un abuso sessuale, di una violenza, in ambito familiare, o subiti da un amico". All'Adnkronos aggiunge anche che più la vittima e il carnefice hanno un rapporto, più diventa difficile denunciare. Subentrano "i sensi di colpa" che spesso accompagnano una vittima per "essersi fidata" del suo stupratore. Non si può pretendere, quindi, che dopo il grave fatto la vittima abbia subito la forza di denunciare. Nella persona che subisce, infatti, scattano diversi meccanismi: dal senso di colpa al peso passando per il disagio. Ma Grillo lo sa come ci si sente ad essere violate? Grillo sa cosa significhi essere impotenti in una situazione di pericolo? Verrebbe da dire "no".
"Il giorno dopo lo stupro sono andata in spiaggia"
In questi giorni di forte tensione - fra politici che stanno in silenzio e chi ripudia le parole di Grillo - su Facebook il blog del Sole24ore dedicato alle donne ha pubblicato un post che vale più di mille parole. "Ogni volta che ci domandiamo come mai in Italia sia così difficile denunciare da parte delle donne la violenza e gli abusi sessuali subiti, ricordiamoci ciò che sta accadendo in questi giorni", si legge. E dopo un breve riferimento al "caso di Ciro Grillo", ricorda che "le accuse di stupro vanno giudicate in tribunale e la responsabilità penale e personale di uno stupro è solo dell'accusato". Per chi se lo fosse dimenticato.
In chiusura del commento, la pagina ha voluto condividere tre foto: tre donne con un cartello in mano. "Il giorno dopo sono andata in spiaggia", dice una. "Il giorno dopo sono andata a scuola", scrive un'altra. "Il giorno dopo sono andata al cinema con le mie amiche", chiosa la terza.
"Le vittime - concludono - non sono tutte uguali, le violenze non sono tutte uguali. Ce lo stanno raccontando di nuovo e con coraggio le ragazze e le donne che in questi giorni hanno dichiarato le violenze subite".Io sono uscita con amici.
Ogni volta che ci domandiamo come mai in Italia sia così difficile denunciare da parte delle donne la violenza e gli...
Pubblicato da Alley Oop - Il Sole 24 Ore su Mercoledì 21 aprile 2021
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