Guai in vista

Il centrodestra prima coalizione, ma grillini primo partito con il 32 per cento. La Lega supera Forza Italia, crolla il Pd

Guai in vista

Guai in vista. La coalizione di centrodestra è avanti, ma almeno stando agli exit poll (l'unico dato in nostro possesso al momento di andare in stampa) non abbastanza per pensare di avere la maggioranza parlamentare. I Cinquestelle, nelle proiezioni, sono andati meglio che nei sondaggi pre-voto, ma non abbastanza da pensare a un governo monocolore. Per la sinistra di Renzi è un tracollo, Grasso e Boldrini sembrano impantanati nelle secche. A complicare il quadro, nel centrodestra si profila il sorpasso della Lega su Forza Italia nella corsa alla guida della coalizione.

Bisogna aspettare a trarre conclusioni perché il meccanismo dell'attribuzione dei seggi potrebbe modificare in parte, ma forse anche in modo significativo, questo scenario di apparente mancanza di una maggioranza. L'unica non dico certezza, ma almeno alta probabilità, è che Attilio Fontana, candidato del centrodestra, sarà il nuovo governatore della Lombardia mentre nel Lazio il candidato della sinistra, Nicola Zingaretti, è in leggero vantaggio su quello del centrodestra Stefano Parisi (lo spoglio delle schede inizierà solo oggi nel pomeriggio).

Vediamo, aspettiamo, ma certo la matassa è molto ingarbugliata e toccherà al presidente della Repubblica dipanarla con grande cautela. Non c'è un vincitore chiaro, ma neppure uno sconfitto netto (se si esclude la modesta prestazione del Pd). E allora se il meccanismo dell'attribuzione dei seggi dovesse confermare le proporzioni degli exit poll - si rischia di tornare punto a capo, alle ipotesi già circolate di alleanze anomale, sia da una parte che dall'altra.

A occhio non sarà una crisi breve né indolore e un nuovo governo non sembra essere dietro la porta. Colpa della nuova legge elettorale? Io direi che è soprattutto colpa degli elettori che non hanno premiato fino in fondo nessuno dei contendenti rimandando così la palla nelle stanze della politica. Può essere, ma lo sapremo nelle prossime trentasei ore, che ancora una volta si lavori su una maggioranza e un governo non indicati dagli elettori.

O che si debba tornare presto a votare, ipotesi questa che al momento tenderei ad escludere,

quantomeno in tempi ravvicinati. Dopo i giorni della delusione, del panico e della rabbia, arriveranno quelli del buonsenso.

Mattarella ne ha da vendere, chi non vuole consegnare il Paese a Grillo speriamo la trovi strada facendo.

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