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"Le ho dato il biglietto...". Cosa non torna nel Gratta e Vinci sparito

Dall'equivoco sulla vincita alla corsa in aeroporto, passando per la toccata e fuga a Latina, troppi dettagli della versione del tabaccaio non tornano. Intanto spuntano vecchie indagini su rapine che lo coinvolsero negli anni Novanta

"Le ho dato il biglietto...". Cosa non torna nel Gratta e Vinci sparito

Se fosse il soggetto di un copione teatrale, la vicenda del Gratta e Vinci da mezzo milione di euro apparterrebbe al genere del teatro dell'assurdo. La rocambolesca fuga di Gaetano Scutellaro, 57 anni, il tabaccaio più famigerato d'Italia, si è conclusa con l'arresto per l'accusa di furto pluriaggravato e tentata estorsione. Ora l'uomo è al fresco nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, e non su una spiaggia delle Canarie come aveva immaginato. Eppure Scutellaro non ammette, anzi rilancia: secondo la sua versione, sarebbe lui la vittima della 70enne che gli ha consegnato il biglietto vincente. Ma gli inquirenti, e non solo loro, faticano a credervi.

La storia ormai è nota: venerdì 3 settembre un'anziana si presenta in una tabaccheria di Materdei (Napoli) e consegna all'uomo dietro al banco, il fidanzato della figlia di Scutellaro, un Gratta e Vinci. Serve qualche momento per accorgersi della vincita. Scutellaro, che non è né socio né titolare dell'attività, lo passa una seconda volta sotto lo scanner, per togliersi ogni dubbio. Quando il monitor dello scanner restituisce lo stesso risultato, il 57enne esce dal locale con il biglietto ancora tra le mani, inforca lo scooter e scappa non si sa dove. Ci vogliono tre giorni per scoprire dov'è finito il Gratta e Vinci: si trova nella cassetta di sicurezza di una banca a Latina, la stessa dove il tabaccaio ha appena aperto un conto in banca. Una tappa intermedia, fino a quel momento ignota, sul tragitto di Scutellaro, che tenta di imbarcarsi da Fiumicino su un volo per Tenerife, ma viene respinto al momento dell'imbarco. Dopo che gli agenti della Polizia gli notificano una denuncia a piede libero, l'uomo si rimette in strada verso Napoli, ma viene intercettato e arrestato sull'A1, all'altezza di Teano. Sulla via del ritorno, trova persino il tempo di rilasciare un'intervista al sito iNews24 per ricostruire a modo suo i fatti.

C'è chi ha usato la parola "piano" per le mosse dell'uomo. Termine che però appare inadatto a descrivere dei comportamenti probabilmente dettati dalla concitazione della fuga improvvisa. Perché la decisione di mettersi in tasca la scheda non può che essere stata istintiva. Partiamo dal momento in cui la vittima entra in tabaccheria. Scutellaro sostiene di aver acquistato lui stesso il tagliando e di aver "utilizzato" la donna per ritirare la vincita che, sostiene il tabaccaio, era sicuro ammontasse a soli 500 euro. Dettaglio che sembra pensato ad arte per darsi l'aria dell'ingenuo. Però ci sono più cose che non tornano. La questione di fondo sarebbero i cattivi rapporti tra Scutellaro e l'ex moglie: "Io non ci entro in quella tabaccheria, perché non sono più in buoni rapporti". Prima domanda: perché mai il 57enne, tra tutte le tabaccherie e i bar di Napoli, avrebbe dovuto scegliere proprio l'attività della ex moglie per comprare - chiedendo ad un conoscente di fare da "intermediario" - un Gratta e vinci? E perché avrebbe dovuto riscuotere la vincita nello stesso locale? E, soprattutto, perché chiedere il favore ad una sconosciuta, e non magari allo stesso conoscente che lo aveva comprato per lui?

Quella di Scutellaro sembra la ricostruzione di chi è stato preso con le mani nella marmellata. Anche perché le telecamere di sicurezza della tabaccheria hanno ripreso tutto. E non sarà dunque difficile per gli inquirenti stabilire come andate le cose: se davvero Scutellaro, come ha raccontato, non si trovava dietro il bancone, ma sull'uscio, in sella al motorino e impaziente perché la donna non tornava più con i soldi vinti. Si sarebbe così deciso ad entrare e, dopo essersi ripreso il "suo" Gratta e Vinci, sarebbe saltato in sella. E la fuga da Napoli? "Mi sono allontanato per paura, volevo fuggire all'estero". E, su questo, tutti concordano. Ma allora perché, una volta arrivato a Fiumicino, presentarsi alla Polizia di frontiera dicendo di essere lui la vittima di un tentato furto? Sembra più un maldestro tentativo di colpo gobbo che il gesto di un uomo in fuga da fantasiosi pericoli.

Ora l'uomo si trova dietro le sbarre e la vincita del Gratta e Vinci é sospesa. E intanto riemergono nuove ombre dal passato di Scutellaro. L'uomo fu coinvolto in indagini su bande napoletane specializzate in furti in gioiellerie; bande che agivano perlopiù lontano da Napoli.

Una delle rapine, avvenuta nel 1989, finì con la morte di un imprenditore di Terni, ma Scutellaro fu prosciolto da ogni accusa. Ora l'avvocato di Scutellaro tenta di giocare la carta dell'infermità mentale.

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