I colletti bianchi meritano rispetto

Insomma, per un certo sentire politico e culturale - e pure giudiziario - le leggi sono un'opinione, e la loro è che il cancro del Paese, ovvero gli unici e veri delinquenti, sono i "colletti bianchi". Che ovviamente non sono esenti da mele marce, ma almeno tra tutte le categorie di eroi che abbiamo citato sono gli unici che lavorano

I colletti bianchi meritano rispetto
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Il termine «colletti bianchi» venne coniato all'inizio del secolo scorso per definire l'élite che poteva permettersi il lusso di andare al lavoro in giacca e camicia bianca, a differenza delle tute blu delle masse operaie e dei cenci dei lavoratori agricoli. Oggi, in una società post industriale e sostanzialmente di servizi, i «colletti bianchi» rappresentano la stragrande maggioranza dei lavoratori pubblici e privati, indipendentemente da reddito e classe sociale di appartenenza. Eppure, nel senso comune, il termine viene ancora usato in senso classista e financo razzista come sinonimo di privilegi e impunità. Ne abbiamo prova in questi giorni a proposito della legge Nordio che riforma alcuni meccanismi della giustizia: «Sono norme salva colletti bianchi» è la frase-titolo che riecheggia nei titoli dei giornali di sinistra e nei commenti dei politici di opposizione. In realtà le norme approvate non mirano a «salvare» bensì a «tutelare» i colletti bianchi - che altro non sono che la classe dirigente del Paese - dalle incursioni devastanti della magistratura, che negli ultimi anni si è fatta soggetto politico (con dichiarati propositi di riequilibratore sociale) nonché supremo tribunale etico e morale (ma solo al di fuori del suo mondo, che resta impunemente tra i più opachi). A quanto pare questa categoria dovrebbe essere l'unica alla mercé dell'aria che tira: c'è chi vuole tutelare i borseggiatori dalle iniziative di prevenzione e denuncia da parte di privati cittadini; chi si batte per l'impunità di vandali e imbrattatori di monumenti e opere d'arte; chi per la libertà dei manifestanti di insultare e menare le forze dell'ordine; altri chiedono la non punibilità per «motivi e attenuanti culturali» degli immigrati islamici che segregano mogli e figlie; della presunta legittimità delle occupazioni di case pubbliche e private si è scritto molto in queste settimane.

Insomma, per un certo sentire politico e culturale - e pure giudiziario - le leggi sono un'opinione, e la loro è che il cancro del Paese, ovvero gli unici e veri delinquenti, sono i «colletti bianchi». Che ovviamente non sono esenti da mele marce, ma almeno tra tutte le categorie di eroi che abbiamo citato sono gli unici che lavorano. Non dico una medaglia, ma per favore un po' di rispetto.

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