Con i fondi all'università Renzi paga gli studi a migranti

Dall'anno prossimo parte un progetto per far proseguire gli studi a rifugiati e richiedenti asilo. Giannini: "Questi ragazzi sono risorse"

Con i fondi all'università Renzi paga gli studi a migranti

Dopo l'ipotesi di dotare i migranti di tessera sanitaria, spunta un'altra idea: quella di farli studiare. A spese nostre, ovviamente.

Lo ha annunciato Stefania Giannini che ha spiegato come l'Italia sia impegnata in prima fila in un progetto europeo per costruire dei "corridoi educativi" che consentano a rifugiati e richiedenti asilo che si trovano in Italia di proseguire i loro studi nelle nostre scuole di alta formazione e università. "L’Italia è il primo Paese che ha attuato una politica solida per quanto riguarda i migranti e siamo assolutamente favorevoli ed impegnati per la costruzione di percorsi nei sistemi universitari europei", ha detto il ministro dell'Istruzione, "Pensiamo che questi ragazzi siano una risorsa ed abbiano il diritto di completare la propria istruzione. Siamo orgogliosi di essere il primo Paese ad aderire a questo progetto".

Il piano è stato ideato da Silvia Costa (europarlamentare Pd e presidente della commissione Cultura e istruzione del Parlamento europeo) e prenderà il via a partire dal prossimo anno accademico. Verrà pagato con i fondi delle università, anche se non è esclusa la creazione di un fondo ad hoc in ciascun ministero coinvolto.

Alcuni corsi, in realtà, sono già attivi. Come quelli - destinati appunto ai rifugiati - istituiti dal Politecnico di Torino e dall’Università Cà Foscari di Venezia che vertono su tematiche legate ai beni culturali. Nei prossimi giorni però l’Italia aderirà formalmente all’iniziativa con un protocollo quadro. "L’Italia è uno dei sei Paesi che hanno risposto positivamente a questa proposta", ha sottolineato la Costa precisando che l’accordo quadro conterrà le procedure per l’accoglienza dei rifugiati nel sistema universitario.

"Il progetto ha due obiettivi: consentire ai cittadini che sono studenti o ricercatori, una volta che arrivano in Italia, non solo accoglienza umanitaria ma anche di poter continuare i loro studi e di certificare le proprie competenze. Perché possano diventare nuovo capitale umano", ha aggiunto la Giannini.

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