"Ci volete salvare? No grazie, andiamo a Lampedusa". È questa la risposta che un gruppo di migranti tunisini ha dato all'equipaggio della Aquarius che si era offerto di tirarli a bordo dopo che avevano navigato in mare su una barca con poca acqua e poco cibo. Un vero e proprio paradosso che si è consumato nel Mediterraneo.
Adesso i migranti, a quanto pare, preferiscono evitare le navi delle Ong e tentare comuqnue la sorte proseguendo la loro traversata. Dietro il rifiuto dei migranti tunisini ci sarebbe la paura di restare a bordo dell'Aquarius senza avere certezze su porti e tempi di sbarco. Il barchino che ha detto "no" ad Aquarius era stato individuato dal centro di coordinamento libico che ha avrebbe chiesto l'intervento di Aquarius. Ma i membri dell'equipaggio, come riporta Repubblica, si sono trovati davanti ad un rifiuto chiaro.
Hanno verificato se a bordo del barchino ci fosse bisogno dell'intervento di un medico, poi hanno dato ai migranti un salvagente, acqua e cibo e li hanno lasciati andare. Intanto a bordo della nave restano i 141 migranti salvati nelle scorse ore. La nave ha chiesto un "porto sicuro di sbarco" all'Unione europea ricevendo però picche. La posizione dell'Italia è molto chiara. Salvini infatti ha fatto sapere che la ong "non vedrà mai un porto del nostro Paese. Vada dove vuole ma non qui". Pronta anche la reazione di Toninelli, ministro dei Trasporti che ha tirato in causa il governo di Londra: "L'Ong Aquarius è stata coordinata dalla Guardia Costiera libica in area di loro responsabilità.
La nave è ora in acque maltesi e batte bandiera di Gibilterra. A questo punto il Regno Unito si assuma le sue responsabilità per la salvaguardia dei naufraghi". Insomma sulla nave si sta aprendo un nuovo braccio di ferro. Ma la rotta per il momento resta verso nord...
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