“Si informi, noi non siamo una onlus. Siamo una Srl. Quindi possiamo fare profitti”. Chiaro, diretto, senza sbavature. Samanta Zardo è la proprietaria di una delle società che controllano l’Hotel Adele di Vicenza, hub veneto per la prima sistemazione dei migranti. Circa 150 profughi in un albergo un tempo vicino al fallimento e ora epicentro dell’accoglienza vicentina. La tesi è chiara, e pure corretta logicamente: le associazioni non profit non dovrebbero fare utili, le coop seguire una logica mutualista, mentre per le Srl liberi tutti. Business is business.
Sarà per questo che dal 2014 un mondo di realtà (spesso in crisi) sta risorgendo dalle proprie ceneri grazie all’immigrazione. Non solo proprietari di alberghi, ma anche palazzinari, baristi, ristoratori. L’importante è avere un luogo che la Prefettura ritenga idoneo per far dormire e mangiare i migranti. Il resto viene da sé.
La sede della Gestione Orizzonti Srl è a Santa Maria Capua Vetere (Na). Fondata nel 2012, dovrebbe occuparsi di alberghi, bar e ristoranti. Ma spaghetti alle vongole e caffè a quanto pare non bastano, così nel 2014 si riscopre ospitale e risponde alla chiamata dell’emergenza sbarchi di Isernia. Rotte le acque, è solo un crescendo. Tra il 2015 e il 2016 le piovono addosso accordi con le prefetture di Viterbo, L’Aquila e Campobasso. Se li sarà meritati, direte. Non sembra, considerando che nel gennaio dell’anno scorso i Nas hanno dichiarato “vergognose” le condizioni in cui teneva i profughi all’Hotel Modena di Termoli. Non solo: il prefetto le ha chiuso pure l’appalto per il centro di Montecilfone, dove sono state riscontrate carenze sull’igiene e “condizioni di sovraffollamento”. Nonostante gli scandali, però, ha continuato indisturbata a incamerare incarichi per mezzo stivale. Quanto è finito nelle casse della Srl? In due anni gli sono toccati 3.466.990 euro e in cassa ha già messo al sicuro 2.435.499 euro. Gli altri arriveranno. Mica male, per una piccola realtà che quattro anni fa fatturava poco più di 178mila euro…
Le cifre sono queste. Scritte (disordinatamente) nelle pubblicazioni annuali delle prefetture. A libro paga del governo, tra le Srl appassionate di immigrazione, ci sono anche la società Agathon (tra Torino e Novara 528.524 euro nel 2016), la Kb Srl a Varese (che l'anno scorso si è vista assegnare 8.422.151 euro) e la Minerva Srl. Il suo nome compare a nei file di sette diversi Prefetti. Una curiosità: i tre proprietari in una prima versione della visura camerale (consultabile online) indicano come ragione sociale “l’assistenza alle vittime di calamità, profughi, immigrati eccetera”. Pochi giorni dopo, però, la dicitura cambia, trasformando Minerva Srl in una società di “consulenza imprenditoriale”. Perché questa virata repentina? “L’attività di assistenza - si legge - non è mai stata esercitata”. Eppure gli affari vanno a gonfie vele: nel 2016, solo gli appalti vinti a Lodi, Pavia, Parma, Alessandria e Cremona hanno prodotto 3.424.471 euro (di cui già liquidati 1.968.184 euro).
“Prendersi cura di un ambiente, renderlo più confortevole, mantenerlo funzionale e pulito è la nostra mission”. Parola di Euroservices Srl, impresa di San Mango D’Aquino (CZ). Il sito dell’azienda è abbastanza chiaro: si occupa di pulizie, disinfestazioni, facchinaggio manutenzione del verde. E ora pure di immigrazione. Ma non lo scrive online, quello si capisce dal fatto che la sua partita iva compare tra i pagamenti della prefettura di Catanzaro non solo per aver spolverato i locali della caserma dei carabinieri, ma anche per aver gestito richiedenti asilo. Report aziende mostra che il fatturato di Euroservices da qualche anno era in contrazione: da 6,4 milioni nel 2012 a 4,6 nel 2015. Ma nel 2016 l’azienda specializzata in pulizie si è vista assegnare 544mila euro (190mila già liquidati). E male di certo non fanno. Come non dispiacciono alla Gemes Srl “gestione mense e servizi”, che a Cosenza possiede due strutture d’accoglienza: la prima dovrebbe ospitare 150 persone, ma dentro ne risultano 157; la seconda è addirittura in overdose di migranti, con 129 presenze a fronte di 46 posti stabiliti dalla convenzione. In totale fanno 2.39.575 euro di importo lordo presunto, ma visti i numeri potrebbero pure lievitare.
E se foste a capo di una ditta di Gragnano Trebbiense (PC), dedita alla costruzione di edifici e alle ristrutturazioni urbane, non cogliereste la palla al balzo? Le strade sono due: affittare gli immobili ad una coop, oppure partecipare direttamente ai bandi delle prefetture. La O.l.b. Style Srl ha scelto la seconda strada. Da giugno a dicembre 2016 ha messo 54 profughi in otto diversi stabili a 33,50 euro al giorno che sono valsi l’attribuzione di 243mila euro (nel 2015 ne aveva incassati 139mila). Ogni mese significano 34mila euro, che divisi per le otto unità abitative fanno circa 4.300 euro a struttura. Certo, bisogna considerare i pasti da fornire ai migranti, il pocket money e tutti gli altri servizi. Ma il margine di guadagno in questi casi ci può essere eccome, anche fino a 400 euro al mese puliti puliti. E per i padroni di case sfitte la festa è doppia, visto che altrimenti sarebbero rimaste vuote e improduttive.
All’hotel “Le Campole" di Caserta la Family Srl e la “Gama Srl” si sono date il cambio. Prima una, di proprietà di Pasquale Cirella, il famoso installatore di impianti idraulici che nella gestione dei profughi fa coppia con “Miss Paesi Vesuviani”; e poi l’altra, con sede a Formicola. Gestioni diverse, problemi comuni ovunque mettano mano: rivolte, condizioni disumane dei profughi, scandali. Eppure le due Srl continuano a incamerare incarichi dalle prefetture campane. La Family solo nel Napoletano gestisce 702 migranti, ma ha diramazioni anche a Caserta (offerti 541). La Gama ne ha 48 sotto il Vesuvio e nel casertano se ne è aggiudicati 253 fino a dicembre 2017. A marzo la procura ha messo sotto indagine cinque persone tra cui Angelina Ragozzino, legale rappresentante della Gama Srl. Il motivo? Avrebbero falsificato documenti, dice il pm, pur di vincere l’appalto per mettere 130 migranti a Parco Mecos, una ventina di appartamenti a San Nicola la Strada.
La struttura è risultata in stato “precario” in ambito “igienico-sanitario, di fruibilità e di sicurezza”. I giudici l’hanno sequestrata. Eppure lì i migranti ci sono rimasti almeno 7 mesi. Con relativo esborso pubblico. È normale? Forse no, ma chi se ne importa. Tanto “noi possiamo fare business”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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