I nuovi magistrati della lingua censurano persino il "Rocci"

Il mondo è fatto di parole, che gli danno voce e forma, e quello dell'antica Grecia ne ha 150mila. Poi un giorno scegli il lemma giusto, ma con la chiosa sbagliata, e ti frana addosso una civiltà

I nuovi magistrati della lingua censurano persino il "Rocci"

Il mondo è fatto di parole, che gli danno voce e forma, e quello dell'antica Grecia ne ha 150mila. Poi un giorno scegli il lemma giusto, ma con la chiosa sbagliata, e ti frana addosso una civiltà. La lingua ne uccide più della spada. Il Vocabolario greco-italiano di Lorenzo Rocci, per tutti «il Rocci», usato da generazioni di studenti del Classico dal 1939 a oggi, è da due giorni al centro di un caso politico, se non ideologico, che sta minando l'autorevolezza dell'eminentissimo ac esaurientissimo dizionario. E che ha scatenato gli opliti dell'anti-sessismo in servizio permanente effettivo, la flotta da guerra del politicamente corretto, gli Strategós del #NonUnaDiMeno. «Alalàzo!». Insomma, la pagina Facebook del Rocci, che da tempo sceglie una «parola del giorno» fra le meno comuni della lingua greca per ricordarcene la ricchezza, ha postato il termine «gineconomo», che indica «il Magistrato in Atene e in altre città greche preposto alla sorveglianza dei costumi e dell'abbigliamento delle donne» (in realtà, ci ha ricordato un nostro vecchio «prof», anche degli uomini, visto che si fa riferimento al decoro da tenere nelle cerimonie funebri e nei riti). Comunque, che la Grecia antica fosse una società patriarcale, si sa senza scomodare il Rocci. Se vogliamo invece ridurre un lemma alla convinzione che il mondo greco fosse sessista e violento perché sorvegliava le donne che non si sanno comportare decentemente, allora servirebbe un ripasso. Non era proprio così... Ma tutto ciò è solo una nota al testo. Ciò che ha scandalizzato i nuovi vigilantes della lingua - classicisti con indirizzo in Conformismo morale è stato che il dizionario, nell'incauta persona del suo social media manager, non si è limitato alla spiegazione della parola «gineconomo», ma ha aggiunto, a mo' di postilla, «Dagli antichi greci abbiamo solo da imparare». Una battuta? Sicuramente sì. Ma come si è tradotto tutto ciò? Sui social in decine di post che accusano il Rocci di sessismo, di misoginia, di cattivo gusto, di intolleranza... E la polemica ha persino riacceso l'antica contesa tra fautori del «Rocci» diventato immediatamente il dizionario schiavo del patriarcato e della Destra e del suo rivale, il «GI», ossia il Vocabolario Greco-Italiano del Montanari, già assurto a bandiera delle neofemministe. Morale? Non c'è. Da una parte resta la convinzione che i greci ci abbiano in effetti insegnato moltissimo, dalla democrazia all'amore omosessuale, e non possiamo pretendere anche un avallo alla parità di genere, 2500 anni fa. E dall'altra l'incredulità (nostra) di fronte alla ormai asfissiante vigilanza del filologicamente corretto su ogni boutade, su ogni parola sgradita, su ogni visione del mondo non conformista.

Una custodia ricattatoria che alla fine, ieri, travolto dalle critiche, ha spinto il «Rocci» a rispondere così ai nuovi Magistrati preposti dal Web alla sorveglianza dei costumi del XXI secolo: «Su gentile richiesta abbiamo rimosso il post che ha urtato molte sensibilità!». Giustamente lasciando intatto il post. Si chiama ironia (dal greco eironeía, «dissimulazione»).

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