I saldi ai tempi della crisi: crollano le vendite

In tutto il Paese le strade dello shopping sono rimaste semivuote: non ci sono più le tradizionali code davanti ai negozi. Confesercenti: "Ormai i saldi sono un flop"

I saldi ai tempi della crisi: crollano le vendite

Partenza lenta per i saldi estivi. I negozi delle città restano vuoti mentre gli outlet registrano il pieno di presenze. Che sia colpa dell’Imu, delle bollette sempre più alte o della paura di dover pagare presto nuove tasse una cosa è certa la corsa all’acquisto, come era prevedibile, quest’anno non c’è stata. Quelle interminabili file davanti alle grandi firme non si sono viste né a Roma né a Milano, neanche nel quadrilatero della moda dove hanno fatto eccezione solo poche boutique che, per motivi di sicurezza o igiene, hanno contingentato le entrate, costringendo così i clienti a mettersi in fila in attesa del loro turno.

Se le strade dello shopping sono rimaste semivuote, gli outlet invece sono stati quasi presi all’assalto. Dal Nord al Sud quasi tutti gli outlet hanno iniziato questa prima giornata di saldi con il segno più. "Il dato ovviamente è parziale – afferma Floriana Capitani, direttore generale di Fashion District – ma il trend dei nostri outlet è decisamente positivo. Stiamo tenendo le stesse posizioni del 2012 e a Valmontone abbiamo registrato già un +3%. L’outlet è un modo di acquistare già di per se conveniente, e credo che con la crisi i consumatori trovino una ragione in più per venire nelle nostre strutture". "I saldi estivi a Fashion Valley - afferma Maurizio Campanai, direttore generale i Fashion Valley - sono iniziati con un approccio del cliente più consapevole e alla ricerca di un buon rapporto qualità/prezzo. Non si tratta di una corsa all’acquisto ma di una ricerca mirata dell’occasione su prodotti di qualità. Confidiamo che i risultati siano nel complesso superiori del 10% rispetto al 2012". Non è invece così ottimistica la visione dei commercianti. Secondo le rilevazioni di Confesercenti i saldi si stanno rilevando un flop, almeno nella prima giornata. Si comprano capi il cui acquisto era stato posticipato questa primavera, come le scarpe, e prodotti low cost, puntando all'acquisto utile. Si cercano anche le marche note, ma solo se il prezzo finale, dopo lo sconto, è comunque contenuto al di sotto dei 100-150 euro.

Guardando nel dettaglio all'andamento nelle tre città, a Roma le vendite sono "a macchia di leopardo", con esiti differenti a seconda delle zone. Tengono le vendite di prodotti di fascia bassa, e quelle delle vie commerciali di Cola di Rienzo, mentre nella zona del tridente, da via del Babbuino a via del Corso, si vedono file solo davanti ai negozi specializzati in unico brand, composte principalmente da turisti. Nelle zone di periferia e semi-periferia come via Tuscolana, invece, la partenza è deludente, con incassi finora inferiori a quelli registrati lo scorso anno e una diminuzione considerevole degli acquisti per persona. Qualcuno spera in un recupero pomeridiano delle vendite, quando i romani saranno tornati dalla giornata di mare.

La città più penalizzata sembra poi essere stata Napoli dove i saldi sono partiti già da quattro giorni ma per i rappresentanti delle organizzazioni di categoria dei commercianti finora sono stati un vero flop. Non sono bastati gli sconti, in alcuni casi già al 50% rispetto ai prezzi di listino, a richiamare nei negozi gli acquirenti "per la semplice ragione - spiega Vincenzo Schiavo, presidente provinciale di Confesercenti - che c'è una crisi di liquidità". "È prematuro stilare un bilancio preciso – ha detto Pietro Russo, presidente provinciale di Confocommercio - ma gli indicatori parlano chiaro: il commercio nel napoletano soffre, anche con i saldi".

Per quanto riguarda Milano, i negozianti di corso Buenos Aires registrano una partenza in linea con il 7 luglio 2012. Nella via si registra un afflusso di clienti maggiore rispetto allo scorso anno, anche se gli acquisti non aumentano e si mantengono sugli stessi livelli. Ad essere aumentati molto sono gli sconti iniziali, ormai praticamente tutti al 50%. Anche qui i clienti manifestano grande attenzione al prezzo finale, confrontando le occasioni e cercando il risparmio sostanzioso. La crisi porta comunque a una riduzione del tetto massimo di spesa rispetto all'anno precedente. In Toscana e a Firenze, l'avvio dei saldi non è entusiasmante. L'afflusso davanti ai negozi è buono, ma non ci sono file. A Firenze le vendite dei saldi tengono soprattutto grazie ai turisti, che stanno spendendo in media più degli italiani. A soffrire di più, per ora, sono i prodotti di fascia alta. I clienti cercano comunque il brand e la qualità, ma il prezzo finale, dopo gli sconti, deve essere accessibile, compreso tra i 100 e i 150 euro. Se la giornata dovesse continuare così, stimano i commercianti, in serata le vendite dovrebbero essere in linea con il 2012.

Infine, visione più ottimistica a Torino dove questa mattina le vie dello shopping erano già affollate. Secondo le stime dell'Ascom di Torino, la spesa media per famiglia sarà di circa 200 euro. "Crediamo che la gente non verrà meno al rito del saldo, anche se lo farà con attenzione e oculatezza”.

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