Si può discutere per ore su quale sia il padiglione più bello o più brutto dell'Expo: le opinioni sono lontanissime. Impossibile invece trovare qualcuno che non venga colpito, affascinato, incuriosito dal Padiglione Zero, il primo che si incontra arrivando dall'entrata Fiorenza: forse è l'unico ad aver messo d'accordo i tre milioni di visitatori. Studenti e anziani, stranieri e milanesi, normal people e intellettuali: imponente fuori, spettacolare dentro, sicuramente tra i pochi ad aver centrato il tema dell'Expo 2015. Sia lode a Davide Rampello, 67 anni, siciliano di nascita e milanese d'adozione, uno dei padri fondatori della televisione privata in Italia. A una carriera già poliedrica tra docenze e consulenze di rilievo, l'ideazione di grandi momenti di comunicazione e la direzione di altri, vari incarichi istituzionali ed editoriali, ha aggiunto la direzione artistica del Padiglione Zero. Quello dove campeggia una grande e suggestiva scritta in latino: Divinus Halitus Terrae , il divino alito della terra. «Ho scelto una frase di Plinio che evoca la relazione di equilibrio che l'Uomo ha stabilito nel corso dei millenni con la Natura. Il suo rapporto con essa rappresenta il primo mezzo attraverso cui ha conosciuto il mondo a sé circostante» spiega Rampello che sull'altra scelta fondamentale, quella del materiale principale utilizzato per la costruzione aggiunge: «C'è tantissimo legno, dalle pareti esterne ai cassettoni dell'archivio. È un materiale vivo, narrativo: perfetto per il racconto di una storia universale». Il progetto della struttura, tra l'altro, è di Michele De Lucchi, uno dei grandi designer italiani. Rampello ha poi pensato a come riempirla, creando un vero spirito di squadra. «Ho concepito tutto come il lavoro di una grande compagnia teatrale, coinvolgendo lo scenografo cinematografico Giancarlo Basili e il direttore della fotografia Aldo Solbiati per coadiuvarmi nella regia delle varie sale. Oltre al team di progetto, però, sarebbe stato impossibile realizzare l'opera senza la preziosa collaborazione delle straordinarie maestranze artigiane e artistiche. Parlo di scultori, pittori, ebanisti, fabbri, musicisti, compositori e registi che hanno reso il Padiglione Zero una grande bottega, e sottolineo il termine, dell'eccellenza italiana». Tutto studiato per meravigliare il visitatore. «Assolutamente sì. È stato concepito come racconto scenografico per un pubblico di spettatori di tutte le età che narrasse la storia dell'uomo in relazione al suo rapporto con il cibo. Non per altro, secondo Aristotele è proprio la meraviglia il principio su cui si fonda la conoscenza».
Una delle tante sorprese al Padiglione Zero è che non è il cibo ma l'uomo al centro del mondo. Il motivo? «Il semplice gesto di cogliere un frutto rappresenta la prima metafora di conoscenza. È infatti il rapporto che l'uomo ha stabilito con la natura, e di conseguenza con l'alimentazione, che è alla base della storia dell'umanità. Detto ciò, parliamo anche dello spreco del cibo: un terzo di quanto viene prodotto ogni anno nel mondo non finisce in o si butta. È un dato, questo, che non possiamo non considerare pensando al futuro». Obbligatorio chiedere a Rampello un giudizio sul primo mese di Expo, a parte il successo del Padiglione Zero. «Tutto si può far meglio, ma penso che quello che è stato realizzato sia ottimo considerando il mare di problemi che sono stati affrontati. La cosa che mi piace maggiormente è sostare dopo qualche evento o festeggiamento lungo i canali alberati». Qualche consiglio da un gourmet notoriamente di lunga data come lui? «Farsi guidare dalla propria curiosità, e di sfruttare al meglio questa occasione unica di fare un viaggio attraverso i sapori, i profumi, le consistenze, le forme e i colori del cibo di tutto il mondo». Buona idea.
E una per il dopo Expo, visto che si sta litigando da mesi? «Mi auguro che il sito diventi un luogo deputato alla ricerca e all'approfondimento sul tema dell'alimentazione nelle varie declinazioni e discipline ad esso correlate. Il nostro Paese ha sempre più bisogno di formazione, ricerca, progettualità» è la risposta del «professor» Rampello.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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