La tragedia del bracciante indiano morto nelle campagne di Latina dopo un incidente sul lavoro ha una madre certa e diversi padri.
La madre ovviamente è il titolare dell'azienda agricola che sfruttava i lavoratori e che non ha soccorso il giovane ferito. Tra i tanti padri ce n'è uno che ancora non è emerso nel dibattito di questi giorni, quello che ci ha fatto credere che la globalizzazione selvaggia avrebbe risolto come per incanto i problemi del mondo. Che c'entra la globalizzazione con il caporalato? Vediamo.
Noi possiamo fare tutte le leggi che vogliamo, intensificare i controlli e aumentare pure le pene, ma il problema è a monte, e cioè che i pomodori coltivati «a norma di legge» rispettando i livelli economici e sociali degni della nostra civiltà vengono a costare al consumatore quattro volte quelli importati da Paesi che non come eccezione, ma come regola, non rispettano gli standard minimi salariali né di sicurezza dei lavoratori. A parte il caso limite di Latina - un caso delinquenziale - i nostri produttori sono quindi costretti ad affrontare una concorrenza sleale che li pone davanti a un drammatico bivio: uscire dal mercato e chiudere le aziende o buttarsi nel caporalato per pareggiare i conti.
Aver aperto il mercato europeo a chiunque senza porre paletti - la famosa globalizzazione - è stata una follia che ora presenta il conto. Non è possibile mantenere i nostri standard di welfare e di sicurezza sul lavoro e competere nei prezzi con chi produce gli stessi prodotti con criteri sociali medioevali. È successo in agricoltura, sta accadendo nella cosiddetta transizione energetica, in base alla quale noi saremo costretti a comprare auto ecologiche arricchendo Paesi, tipo la Cina, che le costruiscono in tutto o in parte usando le tecniche più inquinanti, con lavoratori praticamente senza diritti. Non è un caso che anni di globalizzazione abbiano messo in crisi politica ed economica la vecchia Europa e consolidato dittature e autarchie.
Sarà bene che
il nuovo governo europeo faccia un po' meno il gendarme con i suoi cittadini e provi ad arginare con le buone - ma, se serve, anche con le cattive - chi in giro nel mondo ha scambiato l'Europa per il suo personale Bengodi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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