La storia del cardinale Krajewski è nota a tutti. L’Elemosiniere del Papa è colui che nelle settimane scorse è salito alla ribalta delle cronache per essersi calato in una botola sotto un palazzo a Roma per riattaccare la corrente tolta agli inquilini dello stabile perché questi ultimi non riuscivano a pagare le bollette.
Una storia strappalacrime, quella del novello Robin Hood, che ha suscitato scalpore e polemiche. L’illustre personaggio, a suo tempo, evitò di raccontare che il palazzo era stato occupato da Action, l’associazione antagonista guidata da una persona conosciuta con il nome di battaglia Tarzan, specialista del settore. Lo stesso cardinale evitò di parlare pure dei rave e delle feste che anche oggi si organizzano nello stabile. Gli stessi antagonisti hanno ammesso che all’interno dell’edificio “ci sono un’osteria, un laboratorio di birra artigianale, una falegnameria, una sala prove”. Forse Krajewski non lo sapeve, o forse ne era a conoscenza ma non ha dato il giusto peso alle cose.
Dopo la sua azione, contro legge, a favore degli ultimi, il cardinale aveva garantito che avrebbe pagato lui ad Acea la somma arretrata, circa 300mila euro. Ma Krajewski manterrà la parola data? In molti lo sperano ma i dubbi non mancano. Come sottolinea Francesco Borgonovo su La Verità, i soldi delle bollette non pagate potrebbero essere raccolti tramite una grande colletta prevista per il prossimo 30 giugno nel corso della “Giornata per la Carità del Papa”. Un evento al quale sono invitati a contribuire i fedeli di tutte le età, anche i più piccoli.
A svelare l’abile stratagemma è un articolo apparso su Popotus , il “giornale di attualità per bambini” che si trova all’interno di Avvenire, il quotidiano della Cei. Il giornale, ovviamente ha fin da subito difeso l’azione del cardinale, arrivando a dipingerlo come un eroe impavido che lotta contro le ingiustizie. Un racconto di parte che non fornisce a piccoli lettori il quadro completo della realtà. Ai bimbi non si racconta, ad esempio, che il palazzo è occupato abusivamente e che al suo interno si svolgono attività in barba alle norme previste dalla legge.
Ma i soldi dove si prenderanno per pagare Acea? Non si sa ancora con certezza. Però qualche indizio, anche se non ci sono certezze, lo si può carpire dal quanto scritto sul giornale. “La risposta la conosciamo molto bene noi di Avvenire: perché ogni anno diamo una mano a raccogliere in tutte le parrocchie italiane le offerte della gente per la Carità del Papa, cioè quel salvadanaio del quale solo il Papa tiene la chiave e che gli serve proprio per pagare operazioni come quella di Roma, e un’infinità di altre in tutto il mondo”, si legge nel pezzo. “Domenica 30 giugno”, scrive Popotus ,“sarà la Giornata per la Carità del Papa: se nella tua parrocchia raccolgono le offerte per questo scopo siamo sicuri che darai una mano a Francesco anche tu”.
“La Carità del Papa” serve per aiutare i più bisognosi. Giusto e sacrosanto. Forse, tra le persone che beneficeranno degli aiuti, potrebbero figurare anche gli occupanti abusivi spalleggiati dagli antagonisti dei centri sociali.
L’invito alla mobilitazione è reiterato. “Quest’anno vogliamo dare una mano più grande al Papa raccogliendo molti più fondi per le sue opere di carità”, si legge ancora su Popotus. Ma non serve solo denaro. Ai ragazzi si chiede una mano per la distribuzione di Avvenire. “E allora proponiamo ai giovani (e giovanissimi) di vendere copie di Avvenire domenica 30 giugno nella propria parrocchia. Noi di Avvenire rinunciamo al ricavato, che andrà al Papa. Siamo certi che funzionerà alla grande: i più giovani sono anche quelli con più fantasia e più coraggio per iniziative come questa”.
Come sottolinea ancora Borgonovo, “al netto dell’amara ironia, di sicuro i denari raccolti per la carità finiranno in parte anche a chi ne ha davvero bisogno.
Ma è veramente singolare che, tra tutte le vicende possibili, il giornale dei vescovi scelga di prendere ad esempio proprio quella di Krajewski e del palazzo occupato (dove, per giunta, il 31 maggio è stata organizzata una nuova serata disco chiamata Amen, al grido di «Balliamo per difendere i nostri spazi di libertà»)”.Il 30 giugno si vedrà se i fedeli accoglieranno la richiesta lanciata sul giornale. E in seguito si vedrà anche se il cardinale “elettricista” Krajewski manterrà la sua parola.
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