I vescovi ora fanno festa per la fregatura sui migranti

I vescovi italiani esultano per le nuove disposizioni Ue in materia di migranti. Il segretario Russo è soddisfatto, ma il piano Ue è un pasticcio per l'Italia

I vescovi ora fanno festa per la fregatura sui migranti

Le decisioni che arrivano da Bruxelles in materia di gestione dei fenomeni migratori producono reazioni diverse, ma i vescovi italiani sono certi della bontà delle novità derivanti dalle disposizioni dell' Ue. "Pare significativa l’iniziativa della Commissione europea sul fronte dei migranti" è il commento del segretario della Conferenza episcopale italiana, Stefano Russo. Gli alti ecclesiastici italiani si schierano ancora una volta al fianco delle istituzioni sovranazionali europee. La bozza del trattato, come spiegato da Gian Micalessin, prevede che le nazioni siano ancora in obbligo di garantire tutta una serie di diritti agli irregolari. Quelli riservati a coloro che giungono a ridosso delle nostre coste senza avere le carte in regola: stando a quanto appreso sino a questo momento, l'Italia non potrà ricollocare queste persone. Ma i vescovi, che sono per l'accoglienza erga omnes, ossia in favore di tutti, esultano.

Gli accenti posti da monsignor Russo riguardano proprio il riconoscimento di un "diritto all'accoglienza", che l'Unione europea avrebbe, secondo l'interpretazione della Cei, finalmente recepito a pieno. Qualche "però" può rimanere sullo sfondo, in questo clima di concordia rinnovata: "Poi i modi in cui sono accolte saranno da approfondire: penso che sia molto importante prendersi i tempi giusti per valutare le diverse situazioni", ha aggiunto Russo, come ripercorso dall'Agi. Ci sarà spazio, insomma, per eventuali rimostranze. La sensazione è che l'Ue abbia finalmente recepito le indicazioni provenienti dalla Santa Sede, dunque pure dalla Chiesa cattolica italiana. Russo ha manifestato tutta la sua soddisfazione, quando ha sottolineato che "l’accordo che prevede il superamento di Dublino è interessante. Può essere migliorato, ma mi sembra importante che il percorso continui, che ci sia la volontà di arrivare a situazioni condivise", ha fatto presente.

Il tema è dunque quello di andare passo passo in direzione di una gestione sempre più "aperturista" e sempre meno disposta ad assecondare quelle realtà nazionali che preferiscono una linea restrittiva. Poi c'è il piano della diplomazia, che com'è noto è molto apprezzato dal clero: "In generale è una buona cosa" che il problema della gestione dei fenomeni migratori sia stato "messo a tema e non solo in linea di principio, ma con qualcosa che si prospetta concretamente rispetto all’accoglienza e soprattutto che sia l’Europa intera a prendersi a cura di questo e che ci sia un accordo tra i Paesi". Viene garantito alla questione un primato gerarchico che per i vescovi italiani è necessario, mentre è meglio che le nazioni che possono intervenire procedano mediante la dialettica, piuttosto che decidere ognuna per sé. Questo sembra, in estrema sintesi, il senso di queste posizioni.

E le Ong? La Chiesa cattolica viene spesso criticata da parte conservatrice e tradizionalista per via della presunta sovrapposizione delle sue istanze con quelle delle Organizzazioni non governative. Russo non ha evitato di commentare anche il nuovo ruolo che verrebbe assegnato alle Ong nel caso in cui la bozza divenisse qualcosa di più: "Anche le ong, le organizzazioni non governative, hanno un ruolo importante nel momento in cui partecipano in modo condiviso all’interno di un programma", ha continuato il segretario della Cei, che dunque riconosce alle Ong una certa rilevanza. E ancora: "È importante non lasciare isolate le persone, le associazioni e tutti coloro che sono disponibili ad assicurare una accoglienza responsabile. Alcune deviazioni che ci possono essere state e che probabilmente ci sono, legate a interessi - ha dichiarato a stretto giro il segretario Cei -, possono essere attenzionate e risolte soprattutto se ci si prende cura in modo condiviso e non scaricare il problema ai Paesi che sono più prossimi dal punto di vista geografico".

Vigilare, dunque, ma neppure demonizzare.

I vescovi italiani si schierano per l'ennesima circostanza con chi ritiene giusto che i porti vengano aperti e che anche gli irregolari dimorino nelle nazioni in cui arrivano.

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