I video choc e le colpe di De Luca e soci

Ci sono due testimonianze video agghiaccianti che riguardano la sanità campana.

I video choc e le colpe di De Luca e soci

Ci sono due testimonianze video agghiaccianti che riguardano la sanità campana. Nella prima un giovane trentenne filma il pronto soccorso del Cardarelli. Con una terribile soggettiva si vede un uomo riverso, morto, nel bagno e poi la situazione di totale confusione nelle urgenze. E poi quella giovane donna che su La 7 racconta delle settimane che ci sono volute per ricoverare il padre, nonostante i suoi numerosi bypass, e la sua morte conseguente. Solo pochi giorni prima a Quarta Repubblica mandavamo in onda le immagini di infermieri e medici che nei medesimi ospedali accoglievano con l'ossigeno pazienti al di fuori del pronto soccorso, in macchina.

Non sarebbe corretto raccontare il tutto con l'esperienza del poco. Ma in questo caso ci troviamo nella Regione in cui il suo presidente ha detto che avrebbe usato il lanciafiamme. A marzo faceva il fenomeno sulla tenuta regionale. In estate se l'è presa con i villeggianti e proclamava la chiusura delle frontiere. Solo poche settimane fa esibiva la lastra dei polmoni di un giovane trentenne per épater le bourgeois. Ebbene quel presidente avrebbe dovuto organizzare la sua sanità regionale, invece sembra che abbia organizzato solo la sua sceneggiata televisiva. E dunque quel poco, che è tanto, delle clip televisive testimoniano il «collasso» della sanità campana, nonostante gli sforzi di chi ci lavora.

Queste considerazioni locali ci portano però a due riflessioni più generali. La prima riguarda il fatto che la Campania, con un'organizzazione sanitaria decisamente peggiore di quella lombarda, si trova con un grado di libertà (i famosi colori) due volte migliore che a Milano e dintorni. Il motivo per il quale il governo non provveda è misterioso.

Se davvero la prudenza di Roma deriva dal fatto che si temono a Napoli quelle rivolte che al Nord ancora non ci sono, beh allora viviamo davvero nel paese di Pulcinella. Non è accettabile l'idea che gli interessi della malavita siano più temuti di quelli dei ristoratori.

La seconda valutazione, legata alla prima, riguarda i pieni poteri che si è dato Conte. Ha fortemente voluto la proroga dell'emergenza con i poteri che ne conseguono.

Già una volta, in Lombardia, non ha voluto le zone rosse (ma all'epoca era tutto nuovo), oggi la sua indecisione è ben più grave. Come avrebbe scritto Pansa, i parolai del virus e cioè Conte, Speranza, Arcuri e De Luca rischiano di fare solo chiacchiere e distintivo. Nel frattempo si muore nei bagni.

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