Il silenzio dei giornaloni sullo scandalo Boldrini

Se un lettore ieri avesse acquistato una copia di questo giornale e assieme quella di uno dei principali quotidiani (per numero di copie vendute) avrebbe pensato di vivere in due mondi diversi

Il silenzio dei giornaloni sullo scandalo Boldrini

Se un lettore ieri avesse acquistato una copia di questo giornale e assieme quella di uno dei principali quotidiani (per numero di copie vendute) avrebbe pensato di vivere in due mondi diversi. Queste colonne si aprivano con «Boldrini maschilista non paga la colf», mentre sugli altri giornali del gruppo Elkann e di Cairo, la notizia delle accuse a Laura Boldrini non è che non fosse in risalto: non c'era proprio. Li abbiamo sfogliati meticolosamente, con la lente d'ingrandimento, senza trascurare le pagine dell'oroscopo e del meteo; ma niente. Su Repubblica si dava largo spazio a uno degli «allievi» di Letta che si è portato in Italia e al fondamentale ritorno della senatrice Rojc (di cui fino a ieri ignoravamo l'esistenza) nel Pd. Mentre, sul Corriere, si dava notizia della app «Chiama Clemente» (Mastella), si intervistava un altro carneade, tal senatore Parrini del Pd, c'erano persino quattro righe sull'ex sottosegretario Tofalo, restio a mollare l'appartamento di servizio. Ma nulla su Boldrini. Non domi, abbiamo pensato che il titolo «molestie e discriminazioni» potesse alludere al caso Boldrini: ma no, riguardava le giornaliste francesi, ovviamente molestate dai maschi bianchi (i maschi neri sembra non lo facciano). Non vogliamo qui tornare sul comportamento di Laura Boldrini. Diversamente da lei, siamo garantisti e tolleranti e pensiamo che possa essere innocente fino a giudizio, se ci sarà. Vogliamo andarle ancora più incontro e pensare che quelle accuse pesantissime siano frutto di malinteso o addirittura di quell'«odio» di cui, poverella, sarebbe vittima solo lei (è noto infatti che i suoi seguaci non odiano). No, quel che ci colpisce è che un fatto del genere sia stato considerato una non notizia, non meritevole neppure di una breve, da parte dei «giornali autorevoli». Eppure la Boldrini non è una Rojc o un Parrini qualsiasi, è stata presidente della Camera e afferma di essere la principale paladina delle donne e degli sfruttati: donne che però accusano ora lei di averle sfruttate. Non siamo giornalisti, ma crediamo che la notizia ci fosse, se non altro per dare la parola all'accusata stessa. E ci è venuto in mente cosa scrive spesso l'ex direttore del Wall Street Journal, Gerard Baker. Che ovviamente non sa neppure chi sia Boldrini ma che da anni denuncia la «sovietizzazione» del giornalismo occidentale: per cui quello che con Trump era considerato abominevole, viene invece nascosto se realizzato da Biden: vedi da ultimo i campi per trattenere gli immigrati clandestini, evento giudicato non notizia, anche ovviamente da Repubblica e da Corriere della sera.

Nel nostro caso, se le medesime accuse fossero state rivolte a un'esponente del centrodestra, siamo sicuri che i suddetti giornali ne avrebbero parlato, eccome. E anzi, anche senza accuse, uno di questi, La Stampa, tempo fa era andata a sfrucugliare molto vilmente nella vita privata di Giorgia Meloni. Il privato è politico dicevano le femministe: ma non se riguarda Laura Boldrini.

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