Ilva, disastro ambientale. Processo a maggio per i Riva e Vendola

Il 17 maggio sarà la prima udienza del maxi processo "Ambiente svenduto"

Ilva, disastro ambientale. Processo a maggio per i Riva e Vendola

E' “la madre di tutte le battaglie” sull'emergenza inquinamento a Taranto. Parliamo del processo “Ambiente svenduto” che ha finalmente una data di inizio: Il 17 maggio, quando nell'aula “Alessandrini” del tribunale sarà alla sbarra parte della famiglia Riva, proprietaria fino a tre anni fa dello stabilimento siderurgico Ilva e una serie di figure istituzionali, a partire dall'ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, ritenute dalla pubblica accusa responsabili, a vario titolo, di disastro ambientale.

Questa mattina il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Taranto, Anna De Simone, ha rigettato le eccezioni di incompetenza territoriale e funzionale e i motivi di nullità presentati dalla difesa degli imputati (44 persone fisiche e tre società) coinvolti nell'inchiesta che quattro anni fa, nel luglio del 2012, portò al sequestro dello stabilimento siderurgico.

Il rinvio a giudizio, davanti alla Corte di assise, riguarda, come detto, alcuni nomi eccellenti: i fratelli Nicola e Fabio Riva, figli di Emilio (morto il 30 aprile 2014), ex amministratori dell'Ilva, accusati insieme all'ex responsabile delle relazioni esterne Girolamo Archinà, all'ex direttore dello stabilimento di Taranto Luigi Capogrosso, al consulente legale dell'azienda Francesco Perli e a cinque fiduciari, di associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all'avvelenamento di sostanze alimentari e all'omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro. E ancora, tra gli imputati figurano il prefetto Bruno Ferrante, ex presidente dell'Ilva, l'ex governatore della Puglia Nichi Vendola, il sindaco di Taranto Ippazio Stefano e l'ex presidente della Provincia Gianni Florido, l'ex direttore di Arpa Puglia Giorgio Assennato, funzionari ministeriali e regionali, fra i quali l'ex capo della segreteria tecnica del ministero dell’ Ambiente, ex dirigenti e funzionari dell'Ilva e il deputato di Sel ed ex assessore regionale Nicola Fratoianni.

Si tratta di un processo che avrà inevitabili riflessi politici, specie in un momento come questo nel quale la Puglia è terreno di scontro tra due linee contrastanti sul futuro dell'Ilva. Da un lato il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il governo difendono l'occupazione; dall'altro il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano sensibile alle questioni ecologiste. In mezzo il partito democratico diviso al suo interno. Sullo sfondo il dramma di una terra e di una città riducibile in due parole: ricatto occupazionale.

Un nodo irrisolto per la Puglia, non solo per Taranto, soprattutto in virtù dello stretto legame ai problemi della salute dei cittadini e del delicato equilibrio tra questa, il lavoro e il profitto. Un nodo difficile da tagliare con la sola spada della giustizia.

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