Le bottiglie del volo precedente. I guanti usati e potenzialmente infetti. L'intero aereo sporco senza che nessuno lo abbia sanificato prima del decollo. Dopo le polemiche per il viaggio con poliziotti e migranti assembrati in aereo, monta di nuovo il malumore tra le divise per i trasferimenti degli immigrati destinati al rimpatrio. Perché se in tempo di pandemia gli agenti chiedono di poter rispettare il distanziamento sociale quando lavorano al servizio scorta, avrebbero piacere anche a viaggiare su un velivolo pulito, sanificato e dove possibilmente non si rischia l'infezione.
Le fotografie, che ilGiornale.it pubblica in esclusiva, arrivano dal volo Roma-Catania di ieri, giovedì 19 novembre. Circa 40 agenti sono arrivati a Fiumicino e si sono trovati a bordo una sorpresa poco gradita: sporcizia, bottiglie lasciate lì dai passeggeri della precedente tratta, guanti sporchi nel vano porta oggetti del sedile. Il compito degli agenti era quello di arrivare nella città siciliana, prelevare 27 extracomunitari e traghettarli al Cpr di Torino. Avrebbero ovviamente preferito farlo con un mezzo sanificato. Stando a quanto riferito al Giornale.it dal dipartimento di pubblica sicurezza, si è trattato di un problema tecnico della società che si occupa delle pulizie per la compagnia che ha affittato il volo charter alla polizia. L'aeromobile è decollato "sporco" ed è stato smacchiato solo una volta atterrato a Catania. Il dpcm del 3 novembre sul tema è chiaro, anche se non chiarissimo: obbliga le autorità aeroportuali e le compagnie a sanificare ed igienizzare mezzi o ambienti "anche più volte al giorno in base al traffico dell'aerostazione e sugli aeromobile, con particolare attenzione a tutte le superfici che possono essere toccate dai passeggeri in circostanze ordinarie". Certo i sedili di un aereo dopo un viaggio rischiano di essere infetti, dunque sarebbe auspicabile pulirli. Ma - si giustificano dal dipartimento - non è scritto espressamente che vada fatto dopo ogni tratta. E comunque la responsabilità è in capo alla società che se ne occupa, non al dipartimento che ha solo affittato il volo. Certo è che se si chiede massima attenzione ai cittadini, è normale ci si attenda lo stesso nelle attività istituzionali dello Stato. "Non si poteva ritardare il decollo per far igienizzare il volo?", si chiede qualcuno.Intanto è un'altra la notizia a far discutere. Come ilGiornale.it è in grado di ricostruire, infatti, dopo la pubblicazione delle fotografie esclusive con i passeggeri ammassati l'uno vicino all'altro, lunedì scorso è successo quello che alcuni temevano. Gli agenti erano impegnati in un servizio di scorta per 16 immigrati da trasferire da Catania a Milano. A bordo anche circa 50 poliziotti. Tutti i migranti sono saliti previa certificazione che attestava la negatività al coronavirus, come previsto dal protocollo. Peccato che il giorno successivo, una volta arrivati al Cpr, gli immigrati siano stati sottoposti nuovamente al tampone e uno di loro sia risultato positivo. Risultato finale: due agenti, quelli che lo accompagnavano più da vicino, sono ora costretti all'isolamento preventivo. Tra 10 giorni faranno il test e se negativi potranno tornare in servizio. Il protocollo prevede che i migranti salgano in aereo entro 72 ore dall'effettuazione del test. Ma anche gli Stati di rimpatrio pretendono la stessa tempistica prima di riceverli in Patria. Il termine era scaduto, così allo straniero è stato fatto di nuovo un tampone. Da qui la positività: come noto, si tratta di un esame istantaneo e può succedere che un giorno si sia negativi e quello dopo infetti.
Fabio Conestà, segretario del Mosap, si toglie però un sassolino dalla scarpa: "Se questo fosse accaduto su quel famoso volo le cui foto sono note, quanti colleghi in quarantena o peggio, contagiati, avremmo avuto?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.