Immigrazione, così la Marina affonderà i barconi

Le ipotesi sul campo prevedono l'uso dei droni e l'intervento dei sub della marina che piazzareranno l'esplosivo sotto gli scafi

Immigrazione, così la Marina affonderà i barconi

L'operazione militare per affondare i barconi degli scafisti sembra essere alle porte. Il governo italiano comincia a prepararsi per l'operazione. La prima ipotesi sul campo è quella che prevede l'uso dei droni. Elicotteri comandati a distanza senza pilota in grado di sganciare missili Hellfire sulle imbarcazioni ormeggiate in porto. Di fatto questo piano prevede un'azione silenziosa e con zero rischi di perdite umane. Ma a quanto pare per il momento, dal punto di vista tecnico, questa appare la soluzione meno immediata. Così senza il sostegno della tecnologia toccherà ai militari minare i barconi. Dell'operazione dovrebbe occuparsene il Comsubin (Comando subacquei incursori). Da sempre è il corpo che si occupa delle incursioni nelle basi protette dai terroristi. Dovranno nuotare sott'acqua fino ai barconi per poi piazzare l'esplosivo sotto gli scafi. Una tecnica che la marina italiana conosce bene, sin dal 1941 quando tre siluri guidati da sei uomini mandarono a picco l'intera corazzata della marina militare britannica nel Mediterraneo.

Gli incursori hanno già le mappe dei fondali libici. Un'eredità dell'operazione di tre anni fa quando la marina fu incaricata di recuperare i residuati della guerra contro Gheddafi. A dare una mano ci saranno anche i droni che sorvoleranno la costa libica: foto e immagini scattate dall'alto danno la posizione esatta dei barconi fermi in porto.

Un'altra alternativa, come racconta l'Espresso, è quella di usare gli elicotteri Mangusta con missili israeliani Spike. La carica di esplosivo pesa meno di un chilo e permetterebbe deflagrazioni misurate e poco rischiose. Infine l'Aeronautica potrebbe sganciare bombe sulle barche dai Tornado in volo.

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