
È ormai pronta a partire la app “Immuni”, sistema di tracciamento realizzato nel tentativo di ridurre il pericolo di contagio da Covid-19 e tanto discusso in queste ultime settimane. Se da una parte ci sono coloro che hanno approvato questa soluzione, convinti che tramite l'applicazione sarà possibile evitare un'ulteriore trasmissione del Coronavirus nelle future fasi di ripresa, dall'altra non sono mancati i duri commenti di quelli che vedono in “Immuni” un tentativo di controllo ed una palese intromissione nella privacy delle persone.
I pareri discordanti non hanno comunque impedito alla app, ideata dalla società italiana Bending Spoons e scelta dal governo, di prendere piede, tanto che sarà possibile scaricarla sui nostri dispositivi da maggio, quando fra l'altro comincerà la Fase2.
Le regole precise e le limitazioni in merito all'applicazione sul tracciamento sono contenute nell'articolo 6 della bozza del decreto legge che sarà oggetto dell'esame del consiglio dei ministri in previsione stasera per le ore 21. Tra le regole base c'è quella per cui ognuno deve essere informato circa i dettagli della app e gli scopi da essa prefissi. “Gli utenti ricevano, prima dell'attivazione dell'applicazione, informazioni chiare e trasparenti al fine di raggiungere una piena consapevolezza, in particolare, sulle finalità e sulle operazioni di trattamento, sulle tecniche di pseudonimizzazione utilizzate e sui tempi di conservazione dei dati”, si legge nel documento in esame, come riportato da “Adnkronos”.
Viene favorita altresì la possibilità dell'anonimato o dell'uso di pseudonimi per tutelare la propria privacy, tema centrale della discussione. “Il trattamento effettuato per il tracciamento dei contatti sia basato sul trattamento di dati di prossimità dei dispositivi, resi anonimi oppure, ove ciò non sia possibile, pseudonimizzati; è esclusa in ogni caso la geolocalizzazione dei singoli utenti”, prosegue la bozza.
La gestione sarà affidata ad enti pubblici che non potranno servirsi dei dati degli utenti per finalità diverse da quelle prospettate. “La piattaforma è realizzata esclusivamente con infrastrutture localizzate sul territorio nazionale e gestite da amministrazioni o enti pubblici o in controllo pubblico. I dati non possono essere utilizzati per finalità diverse da quella di ricerca scientifica, per tracciare i contatti dei casi positivi al Covid-19: viene fatta salva la possibilità di utilizzo in forma aggregata o comunque anonima, per soli fini statistici o di ricerca scientifica”, prosegue infatti il documento.
Dati che comunque potranno essere conservati non oltre la fine dell'anno in corso. “L'utilizzo dell'applicazione e della piattaforma, nonché ogni trattamento di dati personali effettuato ai sensi al presente articolo sono interrotti alla data di cessazione dello stato di emergenza disposto con delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, e comunque non oltre il 31 dicembre 2020, ed entro la medesima data tutti i dati personali trattati devono essere cancellati o resi definitivamente anonimi”, continua la bozza.
Al momento nessuna ripercussione nei confronti di chi non vorrà o potrà usufruire dell'app “Immuni”: “Il mancato utilizzo dell'applicazione non comporta alcuna
limitazione o conseguenza in ordine all'esercizio dei diritti fondamentali dei soggetti interessati ed è assicurato il rispetto del principio di parità di trattamento”, si legge infatti nel testo.
Le app non c'entrano nulla.
Sono tecniche di contenimento usate da 60 anni in tutte le epidemie dal vaiolo alla malaria.
In italia si pensa solo a chiudere le attività produttive.
Dai dati ISS emerge oggi che solo il 4% dei contagiati ha contratto la malattia nei luoghi di lavoro.
Ormai,anche una APP,tardivamente pensata(senza ispirarsi al "contenuto" di quelle di Taiwan..20 Gennaio,di Singapore...20 Marzo),proposta dallo "sgoverno",installata VOLONTARIAMENTE,che va in pratica a coprire il 20-30% della popolazione(la maggior parte di "italiani" non la vuole),non ha più senso.....ma lo "sgoverno" la lancia ora,tardivamente e ormai inutilmente!....che successo!
Ormai,anche una APP,tardivamente pensata(senza ispirarsi al "contenuto" di quelle di Taiwan..20 Gennaio,di Singapore...20 Marzo),proposta dallo "sgoverno",installata VOLONTARIAMENTE,che va in pratica a coprire il 20-30% della popolazione(la maggior parte di "italiani" non la vuole),non ha più senso.....ma lo "sgoverno" la lancia ora "tardivamente e ormai inutilmente!....che successo!
Lavoriamo in tre in uno studio tecnico professionale, installiamo tutti l'app IMMUNI, uno di noi riceve la comunicazione che è stato a contatto con un contagiato.
Responsabilmente cosa dovremmo fare?
Chiudere a prescindere lo studio, avvisare l'ASL di appartenenza, metterci tutti in quarantena familiari compresi, avvisare i clienti (fanc... la privacy) e i cantieri, perdere il lavori, anche futuri per la cattiva pubblicità, attendere fiduciosi un tampone, pagare i danni per i lavori non eseguiti e pagarci oneri e spese della quarantena a prescindere?
Senza contare che nel caso risultassimo contagiati, la chiusura dello studio, equivale ad autodenuncia e quindi potremmo essere soggetti anche a denunce penali a prescindere dalla buonafede e solerzia.